Potersi spendere quei due milioni e mezzo piovuti dal cielo farebbe
gola a qualsiasi politico, specie nell’approssimarsi delle elezioni. È per
questo che immagino che, in piazza Mazzini, a Montegranaro, abbiano stappato
una bottiglia di quello buono per festeggiare quando è arrivata la notizia da
Ancona che si aveva a disposizione una cifra del genere per ristrutturare il
nostro massacrato municipio.
Poi, però, probabilmente qualcuno ha ragionato e deve aver detto agli
altri che la faccenda non era così lineare come sembrava, che magari sarebbe
stato difficile spiegare ai cittadini come mai, con tutti i problemi che
vediamo ogni giorno relativamente alla gestione dell’emergenza terremoto, a
Montegranaro, che non ha avuto danni serissimi dal sisma, arrivino tanti soldi,
più di quello che, per esempio, arrivi ad Amandola che, di danni, ne ha avuti molti di più e molto più gravi. Ci dovrebbe essere un po’
di imbarazzo per questo, se si dispone di un minimo di coscienza e di capacità
critica, così come, ragionando, sarebbe difficile spiegare come mai un progetto
già finanziato nel piano comunale delle opere pubbliche per 500.000 Euro, ora
che arrivano i soldi da Ancona diventa di 2.470.000.
Ecco, quindi, che passano i giorni ma non parla nessuno. L’amministrazione
comunale più social della storia di Montegranaro non scrive una parola su
Facebook, non fa un cencio di comunicato stampa, non porta a conoscenza la
popolazione di questo fatto evidentemente importante. E qui non so se si tratti
davvero di imbarazzo o di un modo per prendere tempo, per ragionare su come
raccontarla, questa storiella.
Perché d’accordo che inaugurare il Municipio alla vigilia delle
elezioni, magari con finiture preziosissime finanziate dalla cifra a
disposizione quintuplicata, potrebbe far guadagnare un pacco di voti, ma
bisogna stare attenti, che la gente una coscienza ce l’ha e ci potrebbe essere
qualcuno che questa storiella non la vede così positivamente, che ci veda in
realtà un’ingiustizia nei confronti di chi ha bisogni ben più impellenti dei
nostri. E quindi si tace. Ma prima o poi toccherà parlare e, francamente, sono
molto curioso di sapere come si porrà la questione. Vedremo.
Luca Craia
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