Per la gioia
dei soliti onanisti che, già da ben prima che il Festival iniziasse,
attendevano con ansia un mio intervento, nella segreta speranza di tapparmi la
bocca in perfetto stile renzian-mussoliniano, a giochi finiti una valutazione
veloce su Veregra Street la faccio. E non è per niente positiva. Del resto il
giudizio sta al pubblico e, se abbiamo visto il pieno solo nei due sabato, e
manco tutto questo pieno, qualcosa evidentemente non ha funzionato.
Il problema
non è tanto nella formula, che spezza il gioco a metà in una sorta di coito
interrotto, e nemmeno nella scarsa presenza degli spettacoli da cappello,
quelli degli artisti di piccolo calibro che caratterizzavano tutta la festa,
dando colore e calore più di strutture roboanti, frizzi lazzi e cotillon, o nel
fatto che tutto è diventato il trionfo della puzza di fritto e della spina
della birra (ma per quello le feste non mancano). Il problema è che non c'è più
un obiettivo.
Veregra
Street è nata quasi vent'anni fa da un'idea benedetta dell'allora assessore
Nazzareno Fortuna, coadiuvato dalle innegabili capacità organizzative di
Capitan Nuciari che c'è sempre stato. Ma il fine era di valorizzare il centro
storico, già a quei tempi in degrado. Oggi il centro storico subisce soltanto
ma non trae benefici dal festival. E non si vedono altri vantaggi per il paese
se non quello di avere un pretesto per uscire e viverlo, cosa positiva ma un
po' troppo costosa, anche in funzione del cospicuo calo di sponsor registrato.
Quindi quid prodest?
Certamente
non ai protagonisti del bollettino di guerra dell'ultima sera: nove interventi
del 118 e tre risse tra ubriachi. Però pare tagliato su misura per questi
ultimi, il Veregra Street dei tempi moderni. Una notte bianca priva di
attrattive se non la birra (e altre cose meno legali) e la musica a tutto
volume a rompere timpani e palle ai residenti del centro storico (quello,
magari, tutte le sere grazie ad apposita ordinanza del Sindaco in deroga alle
leggi nazionali). Non c'era uno spettacolo dopo la mezzanotte, a meno che non
si giudichi spettacolare chi vomita in mezzo alla strada. Risultato finale:
gente sobria che va a dormire, gran lavoro per le ambulanze, chiazze di residui
organici sparse in tutto il centro, e un po' di roba sfasciata, tanto per non
farci mancare niente.
Veregra
Street è una bella festa e io la adoro. Ma non può essere questa. Questa, tra
pochi anni, magari quando Patron Nuciari andrà in pensione, migrerà versi altri
lidi, magari rivieraschi, magari quelli che già stanno facendo le prove
generali sempre con la consulenza dell'ottimo Nuciari. Veregra Street ha
bisogno di darsi un obiettivo, uno scopo. E deve essere comunque connesso al
bene collettivo, ma collettivo collettivo, non delle poche centinaia di
danzatori notturni. Altrimenti Veregra Street muore, dopo un ventennio di
cospicui investimenti. E si porta dietro le ultime speranze di Montegranaro. E
adesso, smaltita la sbronza, sotto col linciaggio, assessori compresi.
Luca Craia
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