Molto
probabilmente ci andrò anch'io a vedere qualcuno dei concerti organizzati da
Neri Marcorè per la sua iniziativa Risorgimarche, tempo e lavoro permettendo.
È una bella iniziativa, una splendida occasione per ascoltare buona musica
immersi in panorami mozzafiato. Però ho la sensazione che siano sbagliati i
tempi.
Se l'intento
dell'attore marchigiano è di riportare turisti e visitatori nelle zone colpite
dal terremoto, qualcosa decisamente non quadra. In questo momento l'area dei
Sibillini ha ben altre priorità. Quando interi paesi sono ridotti a cumuli di
macerie, evidentemente riportare i turisti serve a ben poco, anzi, potrebbe
innescare meccanismi negativi.
Sarebbe
stato diverso se la ricostruzione fosse già in atto e, magari, in stato
avanzato. Se ci fossero state strutture ricettive regolarmente aperte, attività
commerciali normalmente in funzione, infrastrutture pienamente agibili,
l'iniziativa sarebbe stata un ottimo veicolo di rilancio per queste zone
impoverite dalla furia della natura. Purtroppo, però, la situazione non è
questa e lo sappiamo bene.
Portare
migliaia di persone i luoghi in cui nemmeno le strade sono in grado di ricevere
grandi flussi di traffico, dove ci sono pochi ristoranti aperti, pochissimi
alberghi in grado di ricevere ospiti, può essere un'arma a doppio taglio. Non
si capisce, quindi, la finalità effettiva di tutta l'iniziativa.
Portare
turisti non serve in questo momento, essendo tutto gratuito non si raccolgono
nemmeno fondi destinati a qualche tipo di iniziativa per la ricostruzione,
anzi, tutta l'organizzazione ha dei costi che potevano invece essere utilizzati
per azioni forse più concrete. Infine c'è anche la perplessità espressa da
molti circa l'opportunità di convogliare tante persone in luoghi estremamente
delicati da un punto di vista ecologico. Insomma, pur essendo lodevolissimo
l'intento, evidentemente portato avanti in assoluta buona fede,
sull'opportunità ci sarebbe molto da discutere.
Luca Craia
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