Le rese di coscienza, ancorché tardive, vanno accolte con gaudio e
letizia. Così mi allieto nell’apprendere dell’improvviso cambio di rotta del
Governo, che fino a ieri ragionava di ius soli e catechizzava l’universo
conosciuto col concetto di accoglienza come necessità imprescindibile, e oggi
alza la voce con l’Europa denunciando il fatto che, udite udite, abbiamo un
grosso problema con l’immigrazione. Il cerume alle orecchie deve essersi
sciolto con il caldo e improvvisamente si è udito il grido del Popolo Italiano
che dice questa cosa da anni inascoltato; oppure deve esserci stata una sorta
di illuminazione, una fulminazione sulla via di Damasco. L’importante è che ci
si sia arrivati. Meglio tardi che mai.
Ma poi, alla fine, come ci saranno arrivati? Sarà un caso che,
domenica scorsa, ci siano stati i ballottaggi delle amministrative e il PD
abbia preso una batosta di quelle che te le ricordi finchè campi? Sarà un caso
che ha vinto quella destra che, sarà pure becera e troglodita, come qualcuno
del PD ama definirla (e certe volte ha pure ragione), ma in questo momento
interpreta meglio, anzi, è l’unica che interpreta la reale situazione del Paese
in termini di immigrazione?
Comunque prendiamo atto di due cose: la prima è che il PD finalmente
capisce, qualsiasi sia il motivo di questa illuminazione, che con l’immigrazione
gestita in questo modo ci stiamo massacrando e che le politiche fin qui seguite
hanno fatto un disastro, anche se non lo ammetteranno mai. La seconda è che il
Pd abbandona le ideologie di sinistra. Lo aveva già fatto per quelle buone,
quelle che tutelavano le classi deboli e i lavoratori;; ora lascia anche quelle
stupide. Un vantaggio c’è, non so quanto per loro.
Luca Craia
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