martedì 16 maggio 2017

Renzi e le magliette gialle: i luoghi del terremoto non sono scenario per propaganda



Trovo ignobile l’utilizzo che Matteo Renzi, segretario del partito che governa l’Italia e Premier reale, sostanziale burattinaio dell’attuale governo, sta facendo del terremoto e della situazione gravissima in cui versano le zone colpite. Lo stallo in cui è caduto il centro Italia dopo il sisma è prevalentemente imputabile alla sua responsabilità. Ciononostante il ducetto soft del 2000 non si fa alcuno scrupolo di considerare le macerie non ancora rimosse uno splendido sfondo per un nuovo spottone elettorale. L’iniziativa di andare nelle zone terremotate vestiti di magliette gialle “per capire” suona come una presa per i fondelli clamorosa, una mancanza di rispetto inqualificabile, una stupidaggine grossa come una casa, per quanto crollata.
Renzi non deve venire a capire nulla perché se ancora non ha capito abbiamo un grosso problema: siamo governati da un deficiente. Renzi guidava il Governo quando è avvenuto tutto, il suo partito e il fantoccio che lui manovra stanno guidando l’attuale governo e lui deve venire nei luoghi del sisma, vestito con una maglietta da bagnante, a capire cose che dovrebbe aver capito da tempo, che qualcuno dovrebbe avergli fatto capire da tempo.
È una presa in giro, grandissima, inaccettabile, e credo che Renzi e i suoi leccapiedi meglio farebbero a rimanere dove sono. Il problema è che, nella tracotante stupidità in cui si crogiola il ducetto del 2000, è capacissimo di venirci davvero, nel cratere. Ed è anche possibile che non ci siano poi tutte queste reazioni indignate, sia perché la gente sta cominciando a rassegnarsi, sia perché di stupidi, al mondo, ce ne sono tanti e tanti ancora sono capaci di credergli. Staremo a vedere, ma solo per averlo dichiarato merita un premio per la sfacciataggine e la stupidità

Luca Craia

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