martedì 16 maggio 2017

La stampa di regime nel macrocosmo Italia e nel microcosmo Montegranaro.



Tante volte, per capire come funziona una cosa, è utile vederla funzionare, magari su un modello ridotto in scala. Montegranaro, come credo ogni paesino italiano, rappresenta una riduzione in scala di quanto accade, politicamente e socialmente, in Italia e osservare certe dinamiche, per quanto ridotte in dimensioni e implicazioni, fornisce uno spaccato piuttosto preciso dei meccanismi di potere nazionali.
Per esempio, quando si parla di libertà di stampa e di obiettività dell’informazione, cose di cui il nostro Paese e deficitario in maniera pesantissima, osservare quanto accade da noi in provincia aiuta a comprendere il funzionamento della macchina dell’informazione a livello nazionale, per quanto, nel nostro piccolo, la macchina sia un congegnetto tutto sommato elementare. Facciamo un esempio caldo caldo, così vado dritto al punto.
Mercoledì della scorsa settimana c’è stato un incontro tra l’amministrazione comunale montegranarese, rappresentata dall’assessore Beverati e dal comandante della Polizia Municipale Ercolanoni, e le associazioni montegranaresi che si occupano di centro storico, Arkeo, Città Vecchia e Il Labirinto. Dopo l’incontro ho scritto una nota relazionando, ovviamente dal mio punto di vista (in questo caso condiviso dai colleghi delle altre associazioni coinvolte), su quanto accaduto sia nel corso dell’incontro ma soprattutto prima. I giornali locali hanno approfittato della mia nota per produrre degli articoli molto equilibrati in cui si capisce perfettamente come siano andate le cose sul fronte centro storico negli ultimi mesi. Solo una testata non ha fatto parola della cosa. Questa stessa testata se ne esce oggi con un pezzo, conseguente a una nota proveniente dall’assessore Beverati, in cui il ruolo delle associazioni è relegato nella critica, che pure c’è stata, ma che è stata accompagnata da molto altro. L’altro, evidentemente, non interessa il giornalista.
L’altro, invece, rappresenta un lavoro di relazione, di pungolo, di trattativa, di proposte e controproposte che è andato avanti per mesi. La critica che le associazioni hanno mosso con forza nei confronti dell’amministrazione comunale è servita da spunto per far partire un processo di diplomazia politica che ha portato a questa forma embrionale di collaborazione che tutti speriamo possa portare finalmente dei risultati concreti. In sostanza abbiamo lavorato sodo e siamo riusciti a superare innumerevoli ostacoli per aprire un nuovo capitolo per il quartiere antico che, consentitemi, se non si fossero mosse le associazioni, non ci sarebbe stato.
Questo impegno, questo sforzo, questa capacità ci vengono riconosciute dallo stesso assessore Beverati che, nella sua nota, in maniera corretta evidenzia il ruolo fondamentale delle associazioni in questo processo. Il giornalista, invece, tende a minimizzare, evidenziando esclusivamente l’operato dell’amministratore. Insomma, il giornalista è, come spesso accade, più realista del re.
Perché? Non lo so, non lo posso sapere, posso solo immaginare, ma quello che immagino lo tengo per me. Quello che è certo ed evidente è che, da questo atteggiamento, esce un’informazione parziale, non corretta, sbilanciata. Eppure gli strumenti per fare una sintesi più attinente alla realtà c’erano. C’era la mia nota di pochi giorni fa su cui hanno scritto gli altri giornali. C’è il telefono, col quale si possono chiamare le persone per sentire il loro punto di vista. Si è preferito ignorare una delle forze in campo e fornire un’informazione di parte, e non è la prima volta, neanche la seconda. E questo, su larghissima scala, è quanto accade anche nella stampa nazionale.

Luca Craia

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