Tante volte, per capire come funziona una cosa, è utile vederla
funzionare, magari su un modello ridotto in scala. Montegranaro, come credo ogni
paesino italiano, rappresenta una riduzione in scala di quanto accade,
politicamente e socialmente, in Italia e osservare certe dinamiche, per quanto
ridotte in dimensioni e implicazioni, fornisce uno spaccato piuttosto preciso
dei meccanismi di potere nazionali.
Per esempio, quando si parla di libertà di stampa e di obiettività
dell’informazione, cose di cui il nostro Paese e deficitario in maniera
pesantissima, osservare quanto accade da noi in provincia aiuta a comprendere il
funzionamento della macchina dell’informazione a livello nazionale, per quanto, nel nostro piccolo,
la macchina sia un congegnetto tutto sommato elementare. Facciamo un esempio
caldo caldo, così vado dritto al punto.
Mercoledì della scorsa settimana c’è stato un incontro tra l’amministrazione
comunale montegranarese, rappresentata dall’assessore Beverati e dal comandante
della Polizia Municipale Ercolanoni, e le associazioni montegranaresi che si
occupano di centro storico, Arkeo, Città Vecchia e Il Labirinto. Dopo l’incontro
ho scritto una nota relazionando, ovviamente dal mio punto di vista (in questo
caso condiviso dai colleghi delle altre associazioni coinvolte), su quanto
accaduto sia nel corso dell’incontro ma soprattutto prima. I giornali locali
hanno approfittato della mia nota per produrre degli articoli molto equilibrati
in cui si capisce perfettamente come siano andate le cose sul fronte centro
storico negli ultimi mesi. Solo una testata non ha fatto parola della cosa.
Questa stessa testata se ne esce oggi con un pezzo, conseguente a una nota
proveniente dall’assessore Beverati, in cui il ruolo delle associazioni è
relegato nella critica, che pure c’è stata, ma che è stata accompagnata da
molto altro. L’altro, evidentemente, non interessa il giornalista.
L’altro, invece, rappresenta un lavoro di relazione, di pungolo, di
trattativa, di proposte e controproposte che è andato avanti per mesi. La
critica che le associazioni hanno mosso con forza nei confronti dell’amministrazione
comunale è servita da spunto per far partire un processo di diplomazia politica
che ha portato a questa forma embrionale di collaborazione che tutti speriamo
possa portare finalmente dei risultati concreti. In sostanza abbiamo lavorato
sodo e siamo riusciti a superare innumerevoli ostacoli per aprire un nuovo
capitolo per il quartiere antico che, consentitemi, se non si fossero mosse le
associazioni, non ci sarebbe stato.
Questo impegno, questo sforzo, questa capacità ci vengono riconosciute
dallo stesso assessore Beverati che, nella sua nota, in maniera corretta evidenzia
il ruolo fondamentale delle associazioni in questo processo. Il giornalista,
invece, tende a minimizzare, evidenziando esclusivamente l’operato dell’amministratore.
Insomma, il giornalista è, come spesso accade, più realista del re.
Perché? Non lo so, non lo posso sapere, posso solo immaginare, ma
quello che immagino lo tengo per me. Quello che è certo ed evidente è che, da
questo atteggiamento, esce un’informazione parziale, non corretta, sbilanciata.
Eppure gli strumenti per fare una sintesi più attinente alla realtà c’erano. C’era
la mia nota di pochi giorni fa su cui hanno scritto gli altri giornali. C’è il
telefono, col quale si possono chiamare le persone per sentire il loro punto di
vista. Si è preferito ignorare una delle forze in campo e fornire un’informazione
di parte, e non è la prima volta, neanche la seconda. E questo, su larghissima
scala, è quanto accade anche nella stampa nazionale.
Luca Craia
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