Quello che è avvenuto ieri a
Montegranaro è un evento raro. Ieri oltre settanta bambini sono andati in
visita a Montegranaro, un paesino quasi sconosciuto, a vedere come vive, a
scoprire le sue bellezze antiche. È normale che si vada in visita alle città d’arte,
ai luoghi della storia noti in tutto il mondo. Ma l’Italia è costellata di
piccoli tesori disseminati nei piccoli borghi, e scoprirli è un esercizio di
grande arricchimento, specie per i più piccoli. Paradossalmente gli stessi
abitanti di questi piccoli centri per lo più ignorano il patrimonio che il
luogo dove vivono custodisce. Ieri, insieme a bambini provenienti da Lanciano,
un centro piuttosto lontano dal nostro, c’erano piccoli montegranaresi che
hanno scoperto, insieme ai loro coetanei ospiti, il posto dove vivono.
È un esperimento importante dal
quale dovremmo prendere spunto per ripeterlo e perfezionarlo. In questo è
essenziale e imprescindibile il ruolo della scuola e delle insegnanti. L’evento
di ieri è potuto accadere perché ci sono state delle insegnanti sensibili e
capaci, che hanno investito la loro competenza per istruire i propri alunni
sulla loro storia particolare, sulle loro stesse radici. Non è un compito
semplice, specie in tempi come questi in cui le radici contano sempre meno, il
sentirsi parte di una comunità prima che di un mondo senza confini è così poco
stimolante.
Ricordo la mia infanzia e la mia
maestra che mi faceva leggere la Strenna di Montegranaro di Giovanni Conti,
nella sua riedizione a cura di Vincenzo Valentini. La Strenna è un testo che
traccia, in maniera, se vogliamo, elementare, le linee principali della storia
di Montegranaro. Ci sono molte lacune, diverse inesattezze, ma è importante
comunque catalizzare l’attenzione dei piccoli scolari verso la storia locale, perché
serve a riscoprirne il valore e a traslarlo in dimensioni più grandi e
cosmiche. Un uomo che non conosce la propria storia e la propria cultura è un
uomo che rischia di perdersi, e questo è quello che sta capitando oggi.
Le insegnanti Anita e Ramona,
insieme alle colleghe di Lanciano, che hanno creato il progetto di cui ieri io
e la mia associazione Arkeo abbiamo avuto il piacere e l’onore di fare parte,
hanno fatto un lavoro preziosissimo che non va disperso: occorre ricominciare a
trasmettere ai nostri piccoli il piacere della storia e della tradizione della
propria comunità, per avere domani uomini più colti e consapevoli domani. L’augurio
è che questo non sia un episodio isolato ma che dia l’abbrivio a un processo di
recupero della nostra storia a beneficio dei Montegranaresi di domani.
Luca
Craia
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