Il 9 maggio 1978 veniva fatto trovare dai suoi carnefici il cadavere
di Aldo Moro, in via Caetani, a Roma. A ucciderlo fu l’organizzazione
terroristica criminale chiamata Brigate Rosse. Dal 2007, nella data del 9
maggio, ricade per legge il Giorno della Memoria delle Vittime del terrorismo.
Per vittime del terrorismo si intendono le donne, gli uomini e i bambini caduti
sotto i colpi della barbarie umana finalizzata al controllo delle masse tramite
il terrore per motivi politici, economici e, comunque, criminali. Quindi oggi
si commemorano le vittime del terrorismo marxista, fascista, mafioso,
religioso. Di tutti i terrorismi.
Oggi ci saranno diverse iniziative per commemorare questi innocenti.
Poche. Silenziose, Nascoste. È in corso una cerimonia in Senato, qua e là per l’Italia
qualcuno si sta certamente ricordando di questa ricorrenza, ma la stampa
ufficiale quasi non la nomina, nessuno ne parla, pare quasi che ci si vergogni
di qualcosa. E c’è molto di cui vergognarsi.
A partire dal caso Moro, mai risolto veramente, omicidio di Stato
quasi sicuramente, ma anche omicidio politico di cui gli eredi del marxismo
preferiscono non tenere memoria. Le stragi del terrorismo nero, San Benedetto
Val di Sambro, piazza Fontana, Bologna. Ci sono anche i figli di questi delinquenti al potere oggi. Le stragi di mafia, i martiri patrioti.
È forse meglio dimenticare tutto questo, forse perché oggi lo Stato è
contaminato fino al midollo di queste genie di criminali assassini.
Oggi il terrorismo fa ancora paura, ma viene da lontano, non è il
nostro terrorismo. Il nostro è stato di una crudeltà disumana, ignobile,
vigliacco, ha ucciso indiscriminatamente cittadini e politici, servitori dello
stato e personaggi scomodi. Un terrorismo, quello italiano, che non si è mai
capito fino in fondo perché non lo si vuole capire, perchè non lo si vuole far capire, perché capirlo
significherebbe portare alla luce cose che devono rimanere ben nascoste, per la
ragion di Stato, per la salvaguardia di una classe politica degenerante e
degenerata, incancrenita sulle sedie del potere.
Oggi si celebra in silenzio, sperando nell’oblio che ne consegue,
facendo affidamento sulla memoria corta, sul disinteresse, sull’informazione
pilotata verso altri argomenti meno imbarazzanti. Io non voglio dimenticare il
terrorismo italiano. Mi fa ancora paura, il terrorismo italiano, quanto quello
religiosi di questi infausti giorni. Mi fa paura questo silenzio. Significa
tante, troppe cose.
Luca Craia
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