martedì 28 marzo 2017

La ricetta per il centro storico? Diamolo agli immigrati. Il super-ghetto come soluzione demografica.



Mi auguro che il ragionamento contenuto nell’articolo di Pagliariccio di stamane, sul Corriere Adriatico, sia frutto di una cattiva digestione del giornalista e non da qualche scambio di opinioni con l’Amministrazione Comunale, specialmente con l’assessore Beverati. Altrimenti siamo di fronte a un progetto che distruggerà definitivamente ogni futura speranza per il centro storico di Montegranaro. Pagliariccio si accorge finalmente dei problemi demografici montegranaresi (ne abbiamo parlato qui già lo scorso gennaio – leggi l’articolo), grazie alla pubblicazione della situazione anagrafica dei comuni da parte dell’ISTAT. Da questi dati si evince come la popolazione montegranarese sia in decisa decrescita e il dato è sicuramente preoccupante se non drammatico in quanto, perdurando questa tendenza, in tempi brevi avremo problemi sociali e urbanistici enormi. Ma la soluzione indicata dal giornalista è spaventosa.
Politiche che favoriscano l’insediamento lavorativo ed abitativo di giovani da un lato, ma anche di inserimento e integrazione degli immigrati dall’altro, sono le due chiavi per evitare che borghi come Montegranaro vadano a morire” dice Pagliariccio. Se la prima parte del ragionamento è condivisibilissima, la seconda, a mio modesto parere, è un incubo. È evidente che l’indicazione sia di incentivare l’afflusso di immigrati per compensare la perdita di cittadini autoctoni. Questo è uno dei motivi di degrado del centro storico, che vede nella sua progressiva trasformazioni in ghetto per stranieri uno degli aspetti più deleteri dell’attuale situazione negativa. E qui si suggerisce di adottare questa politica come soluzione.
Il ventilato progetto per il centro storico, nel caso specifico veregrense, dovrebbe andare in quella direzione” ribadisce Pagliariccio. È una soluzione catastrofica, perché renderebbe il centro storico di Montegranaro una sorta di Little Marocco e, potenzialmente, un nuovo caso di ghetto fuori dalle regole come, per esempio, l’Hotel House di Porto Recanati. Allontanerebbe gli investimenti e le attività commerciali, abbatterebbe il valore immobiliare. Nel contempo andrebbe in direzione contraria a ogni politica di integrazione, ammassando gli stranieri in un unico luogo e rendendo inutili gli sforzi di apertura e assorbimento sociale.
Se l’articolo parla di un’ipotesi giornalistica, pur essendo questa inaccettabile e priva di ogni logica positiva, sarebbe meno grave. Ma se fosse l’interpretazione della volontà politica di Beverati, che sta in questi giorni mettendo mano alla realizzazione di un progetto per il centro storico e il suo recupero, la questione sarebbe gravissima e renderebbero necessarie urgenti contromisure per impedire la realizzazione di una tale abominio.
                                      
Luca Craia

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