mercoledì 22 febbraio 2017

Beverati mette insieme tutte le associazioni. Ma solo nel titolo.



Sembra sia tutto pronto per il canonico carnevale quaresimale montegranarese: percorso, carri, gruppi mascherati, matti assortiti, compresi quelli “de Montecò”. Pure i soldi sono pronti, 6000 Euro circa per la festa mascherata di paese. La sfilata partirà, come consuetudine, da piazzale San Liborio e arriverà in centro per concludersi con la tradizionale esplosione di coriandoli e scorpacciata di dolci. Tutto sicuramente molto bello e molto consueto.
Quello che lascia perplessi è il manifesto, dove si legge che l’evento è realizzato dal Comune di Montegranaro (e va vene), dall’Istituto Scolastico Comprensivo (e va ancora bene) e dalle associazioni cittadine (e non va bene). Perché non va bene la dicitura “associazioni cittadine”? Perché a partecipare sono solo due o tre, di tutto un panorama di associazioni che ne conta molte ma molte di più. È un panorama che l’assessore conosce poco e col quale si rapporta male. È un panorama che, anche ultimamente, con la risposta sguaiata e arrogante alle rimostranze mosse da Arkeo, Città Vecchia e Labirinto (che tra l’altro al carnevale partecipa), ha offeso anche in maniera grave senza sentirsi in dovere di scusarsi o spiegare meglio.
È un panorama, quello delle associazioni cittadine di Montegranaro, che l’amministrazione Mancini ha mortificato fin dal suo insediamento, prima con la forzatura del “tavolo delle associazioni”, maldestro tentativo di prenderne il controllo malamente e fortunatamente fallito, poi con le inqualificabili polemiche contro il presepe vivente dell’anno scorso, e in generale con un comportamento che tutto è meno che costruttivo e collaborativo, con una mancanza di dialogo e una profonda disparità di trattamento tra associazioni allineate e non allineate che fa davvero poco onore a chi amministra il paese.
Per questi motivi ritengo che sarebbe stato molto più onesto e corretto indicare i nomi delle associazioni con cui si collabora per il carnevale, piuttosto che indicarle tutte indistintamente dando l’idea di una pace col mondo associativo che tutto è meno che realizzata. E certamente non per colpa delle associazioni.
                                      
Luca Craia

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