lunedì 12 dicembre 2016

Caso Emmanuel: la violenza dei non violenti querelata da Sandra Amurri.



Fa bene, molto bene, la giornalista de Il Fatto Quotidiano, Sandra Amurri, a ricorrere alle vie legali per tutelarsi contro i continui e gratuiti attacchi alla sua onorabilità portati avanti da un gruppo la cui utilità è ancora ignota, il Coordinamento 5 Luglio che, già dal nome, assume toni piuttosto preoccupanti. In questo coordinamento, che non si capisce esattamente cosa coordini, sono confluiti personaggi appartenenti alla galassia ex-comunista che gravitano localmente intorno al gruppo consiliare di opposizione a Fermo e sembra che il loro obiettivo sia mantenere alta l’attenzione sui brutti fatti della scorsa estate, quando vi fu un omicidio a sfondo razzista e l’imputazione collettiva di Fermo e dei Fermani da parte dei media e di certi benpensanti che, a quanto pare, non sono ancora sazi.
La giornalista marchigiana, qualche giorno fa, ha pubblicato per prima, proprio su Il Fatto Quotidiano, la notizia dell’informativa circa la presunta presenza di esponenti della mafia nigeriana al funerale dell’immigrato ucciso. Questo ha fatto, la Amurri, in un articolo di pura cronaca nel quale, seppur rileggendolo più volte, non ho trovato commenti o interpretazioni personali che potessero sbilanciare le valutazioni del lettore. Ma, solo per aver reso pubblica una notizia verificata e reale, si è tirata addosso l’ira funesta dei tutori della non violenza che, quando ci si mettono, sono in grado di fornirne a pacchi, di violenza, se non altro verbalmente, di infangare, insultare, denigrare senza problemi.
Ho avuto modo anche io, nel mio piccolo, di saggiare la cattiveria e l’ottusità di certe persone, commentando i fatti di Fermo sul profilo Facebook di un noto esponente della sinistra picena, il quale, nonostante la mia pacatezza, mi insultava per poi bloccarmi definitivamente. Potete immaginare il mio dispiacere, non ho mangiato per giorni. Fatto sta che tutto questo testimonia la profonda contraddizione in cui vivono questi soggetti, pacifisti e non violenti ma pronti a tutto per portare avanti la loro idea e, soprattutto, la loro immagine.
Resto dell’idea che iniziative come quelle di questo fantomatico coordinamento siano quanto di più deleterio si possa pensare per Fermo e il suo territorio. Auspicavo il rapido spegnimento dei riflettori su Fermo, il ritorno alla ragione di don Vinicio e il calo dell’interesse mediatico che tanto danno ha portato, e invece questa gente non demorde e continua imperterrita a mortificare il posto in cui vive e da cui trae di che sostenersi. Perché lo facciano sarebbe interessante da esaminare ma non lo farò, ognuno tragga le sue conclusioni. Resta il fatto che vederli operare spiega tante cose sul perché la nostra classe dirigente sia finita in mano a dei lestofanti e la sinistra o sedicente tale sia scomparsa quasi del tutto dalla scena politica.

Luca Craia

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