domenica 10 luglio 2016

Oggi ho incontrato Gesù



Gesù, chi crede, lo incontra per strada, nei luoghi di lavoro, nei pub, nei ristoranti, in discoteca, tra le prostitute, tra la povera gente. Io ho incontrato Gesù sui social network. Era arrabbiatissimo, mi verrebbe da dire che era incazzato nero, non fosse una specie di blasfemia usare termini così turpi. Però sono molto esplicativi.
Chi conosce il Vangelo, non a memoria perché non è richiesto, ricorderà l’umanissimo Gesù che si arrabbia (incazza) e spacca tutto davanti il Tempio di Gerusalemme. È il mio momento del Vangelo preferito, il momento il cui il mio Dio, fatto Uomo, è veramente uomo al 100% e cede all’ira, come purtroppo io, fallacissimo cristiano, faccio troppo spesso. Gesù vede il mercimonio fatto in nome di Dio e spacca tutto. Letteralmente.
Oggi ho visto Gesù, che ormai ci ha lasciati liberi nel nostro arbitrio, davanti al tempio. Il tempio, il Duomo di Fermo, era ingombro di bancherelle. C’erano mercanti provenienti da ogni dove ma, soprattutto, da Roma, dove i mercanti fanno gli affari più ghiotti. E c’erano grandi sacerdoti, padroni di grandi risorse che sarebbero di nostro Santa Madre Chiesa ma sono ad uso di altri, e c’erano grandi mercanti offerenti la loro merce perigliosa, grandi meretrici a mercificare sorrisi e pesi sociali e politici. Una fiera davanti e dentro il tempio, benedetta da nostra Santa Romana Chiesa, con tanto di mercanti in prima fila davanti all’Altare di Dio e con celebranti riti pagani in veste cristiana proni, come nella distrutta Sodoma, a cercare favori.
Gesù era infuriato. Avrebbe voluto spaccare tutto, come fece un paio di migliaio di anni fa. Ma non poteva perché ora siamo noi a prendere esempio e agire. Ma non agiva nessuno. Non c’era un cristiano indignato da questo mercimonio. Non c’era un prete che fosse pronto a spaccare tutto. Non cera ministro di Dio sul sagrato a rompere tutto, a sfasciare il mercato. C’erano un sacco di farisei, di ignavi, di muratori pronti ad erigere un nuovo sepolcro imbiancato, benedetto dal Vescovo col silenzio del Papa.
Io, cristiano praticante poco e male, peccatore impenitente talvolta pentito, ma convinto che Vangelo è lezione di vita prima che precetto religioso, ho sodalizzato con quel Gesù arrabbiatissimo. Avrei voluto spaccare tutto per lui ma non ho potuto e non posso, non ho potuto e non potrò. Non potrò perché non c’ero. Non potrò perché i tanti preti buoni, e anche quelli meno buoni, non hanno le braccia e la rabbia di quel Gesù che spaccò tutto. E quel Gesù che ho visto, probabilmente sognato tra i fumi di un dopopranzo accaldato di mezzo luglio, era molto rattristato. E io non ho potuto alleviarne il dolore.

Luca Craia

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