sabato 9 gennaio 2016

Il Trio Veregrense



Hanno suonato a centinaia di matrimoni montegranaresi, questi tre soggetti: babbo, Cesare Craia, tenore; Fabrizio Cosimi, violino, che sostituì Peppe “De VIscheretto” Ercolani quando questi divenne troppo anziano e, soprattutto, troppo tremulo di mano per continuare a suonare divinamente come aveva sempre suonato; Peppino Franceschetti, organo. Me lo ricordo babbo che, spessissimo, la domenica mattina partiva di buon’ora per andare a suonare a un matrimonio chissà dove, o più tardi se era a Montegranaro. E mi ricordo molti di questi matrimoni perché spesso mi portava e io, piccoletto, andavo curiosando nelle vecchie chiese, sviluppando forse da allora la passione per l’antico e la curiosità di andare a vedere che c’è in ogni antro scuro, spigolo, buco.
Erano bravi. Babbo cantava davvero bene, con una voce tenorile ma leggera dovuta anche alla corporatura non troppo possente nonostante l’altezza. Peppe De Vischeretto era soave col suo violino, e Fabrizio lo sostituì degnissimamente. Il Maestro Franceschetti era l’uomo delle partiture, quello che dava gli attacchi e un po’ l’anima intellettuale del gruppo. Il loro repertorio andava da Verdi a Hendel passando per Schubert. La loro Ave Maria è memorabile, ma io ancora oggi mi commuovo se sento La Vergine degli Angeli. E mi commuovo, ora che babbo non c’è più, quando qualcuno ricorda il suo matrimonio e mi dice: “lo sai che tuo padre ha cantato per noi?”.
Un episodio per sorridere. Spesso venivano invitati anche a pranzo e qualche volta andavano. Capitò una volta che andarono al ristorante, mangiarono gli antipasti e uno dei primi piatti discorrendo allegramente con altri conviviali seduti al loro tavolo finchè non si avvicinò loro la sposa che li guardò stranita ma non disse nulla. Anche loro la guardarono straniti e, subito dopo, si alzarono e se ne andarono a gambe levate: avevano sbagliato ristorante, matrimonio e sposi.

Luca Craia

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