lunedì 21 dicembre 2015

Il Natale di Radio Veregra



Tra le miriadi di ricordi legati ai Natali passati, quelli dell’infanzia, della fanciullezza e dell’adolescenza, quello dei Natali radiofonici ha un sapore particolare, quello del panettone aperto da dodici ore, dello spumante svampato, delle sigarette di troppo, ma anche degli amici, delle risate, del Natale fuori casa dopo l’abbuffata con e dei parenti.
A Radio Veregra era tradizione la tombolata di Natale, un programma fatto di dediche in diretta, studiato per dare modo agli ascoltatori di farsi gli auguri dedicandosi la loro musica preferita, che si univa al gioco, al divertimento e alla goliardia. Il dedicone di Natale partiva la mattina del 25 molto presto, alle 7, per poi protrarsi per tutto il giorno fino alla mezzanotte inoltrata.
Eravamo tutti volontari, a Radio Veregra, e così si metteva fuori un cartellone una quindicina di giorni prima con le caselle dei turni da coprire e ognuno si prendeva gli orari che gli facevano più comodo. Così c’era Ettore che si alzava presto e cominciava la mattina presto a suon di lisssssio, e da lì in poi si davano il cambio i vari Marcello Marzetti, Massimo Strappa, Gino Cintioli, Romano Mazzante, Cesare Grasselli, Mario Mobbili e così via.
Il mio turno preferito era quello che non voleva nessuno, quello dalle nove di sera a mezzanotte. A quell’ora erano tutti a cena a smangiucchiare avanzi, mentre a me piaceva lasciare casa e parenti per un po’ e tuffarmi nell’etere. Con me, a coprire l’ultimo turno del dedicone di Natale, c’era sempre Giovanni Leonardi.
Il funzionamento era semplice: si telefonava, si faceva la propria dedica o richiesta che sia, e si aveva la possibilità di indicare un numero a caso, di un tabellone che avevamo preparato qualche giorno prima. Se al numero corrispondeva un premio avevi vinto. Ovviamente tutto questo prevedeva la ricerca dei premi che consisteva nel passarsi tutti i negozi del paese chiedendo qualche articolo, magari di rimanenza, in cambio di un po’ di pubblicità durante il programma.
C’era poi la gara tra noi speaker, una sana competizione a chi prendeva più telefonate. La gara di solito la vinceva Marcello, sia per la sua voce da piacione che per l’orario molto ruffiano in cui andava in onda. Noi, nel nostro piccolo e data l’ora di trasmissione non proprio di punta, ci difendevamo bene, e un anno addirittura battemmo tutti. Ma il vero gusto era farsi gli auguri con gli ascoltatori e gli amici che passavano a trovarti così, tanto per smaltire la sbronza. Altri tempi, altra musica. Altra gente, compresi noi.

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