mercoledì 16 settembre 2015

RIFLESSIONI SUL NUOVO BANDO GESTIONE RIFIUTI – di Ermanno Vitali



Il bando, previsto per 5 anni più uno, prevede un compenso fisso annuo per l’azienda aggiudicataria che è superiore rispetto a quanto spende attualmente il comune per gli stessi servizi gestiti direttamente; il bando prevede la cessione di servizi attualmente effettuati dall’ente per Euro 1.168.769 ad un prezzo a base d’asta per Euro 1.243.000 annui, ossia (se non ci saranno ribassi d’asta) un aumento del 5,4% del costo complessivo che, gioco forza, si trasferirà sulla tariffa TARI. Per i sei anni potenziali di servizio, parliamo di un costo di quasi 7,5 milioni di euro e di un aumento dell'attuale costo di quasi 445.000 euro.
La vera buccia di banana del bando sta nel fatto che non prevede nessun ribasso del prezzo, se nel corso dei vari anni, la percentuale di differenziazione migliorasse; anzi sono previsti degli aumenti ISTAT e degli aumenti nel caso la popolazione aumentasse (ma non sono previste riduzioni nel caso di riduzione della popolazione). Ossia tutto lo sforzo dei cittadini che eventualmente portassero la percentuale di differenziazione dal 71,37% conseguita nel 2014 ad un livello più elevato, di tutti i maggiori introiti della cessione dei materiali differenziati (e sono tanti, parliamo di oltre 100.000 euro) ne beneficerebbe l’azienda e non l’Ente (ossia noi cittadini). E’ come dire che se i cittadini si impegnassero a differenziare sempre più, il premio lo godrebbe chi si aggiudica il bando e non i montegranaresi…mi pare una gran stupidaggine.
Teniamo conto che il limite minimo della differenziazione che viene imposto nel bando è del 65%, ossia livelli minimi mai raggiunti da Montegranaro visto che nel solo 2013, al primo anno, si è raggiunto il 68,25% e nel 2014 il 71,37% (auspicabilmente tra qualche anno si può arrivare, senza troppo sforzo, anche all’80%). Il ragionamento che il Comune ha fatto (o il tecnico che lo ha stilato), e che a me non convince, consiste nel fatto che se il premio della differenziazione non lo percepisse l’azienda, questa non sarebbe stimolata ad effettuare quegli investimenti che l’aumento della % di differenziazione comporta: se questo potrebbe essere in parte vero, è vero anche che si poteva concepire un bando con una percentuale minima molto più alta, tipo al 75%/80% con delle penalità nel caso non ci si arrivi. Inoltre, oltre a questa grave limitazione, esistono molte altre criticità minori: criticità delle garanzie delle fidejussioni, che sono richieste nella forma prevista all’art. 106 del D.Lgs. 385/93, ossia analoghe a quelle della Roma Calcio, o quelle prestate dal Villaggio del Lavoro al Comune di Montegranaro qualche anno fa. La vera garanzia è quella dell’art. 107 e non 106 - piccole coperture assicurative, -possibilità di subappalto del servizio, - poche ore di apertura dell’ecocentro, - nessuna previsione di sconto per il compostaggio domestico
Detto ciò appare completamente infondato ciò che si è esternato in Consiglio comunale quando si è presentato tale bando: più di un membro della maggioranza si è pavoneggiato del fatto che il nuovo bando consentirà riduzioni delle tariffe (a mio avviso non è vero) e che soprattutto il vecchio bando era fatto male perchè non prevedeva ristorni ai cittadini che differenziavano di più (e il nuovo è uguale al vecchio visto che i premi di differenziazione li prende l'impresa).

Ermanno Vitali

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