martedì 21 luglio 2015

Una volta si faceva politica per passione. Oggi solo per denaro?



Non sono poi passati così tanti anni da quando facevo politica attiva, anche se, talvolta, sembra quasi che ci fossero in giro i dinosauri. Erano gli anni ’90 quando, giovanissimo segretario cittadino del Partito Repubblicano (quello di Giovanni Conti, per capirsi), giravo per le stanze di piazza Mazzini e imparavo i rudimenti della politica, mia grande passione, che oggi mi sono ancora molto utili. E ricordo che, allora, era assolutamente normale nominare nei Consigli di Amministrazione delle controllate o degli enti secondari persone che si occupavano di politica per passione. C’erano talvolta, invero, dei gettoni di presenza, ma esigui e, ricordo bene, tutti coloro che accettavano questi incarichi giravano gli eventuali piccoli compensi alle segreterie dei partiti per autofinanziarsi.
Con questo non voglio santificare le procedure della cosiddetta “prima repubblica” che tanto danno hanno fatto all’Italia (anche se mi pare che la seconda stia facendo molto peggio), ma voglio testimoniare come si possa fare politica senza scopo di lucro, di come possano esistere cittadini che si impegnano senza dover prendere per forza un compenso.
E con questo mi riferisco al Sindaco, che sul giornale giustifica la nomina di Gaudenzi alla Farmacia Comunale, nomina in forte odore di incompatibilità tanto che Gaudenzi ha dichiarato l’intenzione di dimettersi entro settembre, con un’esigenza di risparmio. Ediana Mancini dichiara che, se dovesse mettere qualcun altro al posto di Gaudenzi nel CDA della Farmacia, questo costerebbe altri 2000 Euro alla collettività. Possibile che nel folto gruppo che sostiene questa maggioranza non ci sia un cittadino disposto a farlo gratis? Io credo di sì ma, così non fosse, dovremmo porci tanti interrogativi sulle ragioni che muovono tanti appassionati.

Luca Craia

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