sabato 28 febbraio 2015
mercoledì 25 febbraio 2015
Quantapolitica
Proprio a voi vorrei narrare
una storia elettorale
dove un uomo, imbarazzato,
non sapendo il risultato
in anticipo dell’urne,
incapace di dedurne
le sue proprie conseguenze,
andò in cerca di aderenze
regalando sorrisoni,
pacche, appoggi ed abbraccioni
ai parecchi candidati
che si eran presentati.
Lui cercava furbamente
di sembrare indifferente
e magari esser fautore
del successo al vincitore.
Gran fatica dovè fare
per non farsi smascherare
saltellando come in prato
tra l’un l’altro candidato.
Alla fine, il poveretto,
pur di esser ben accetto
dal futuro vincitore,
faticò per ore ed ore
finchè poi giunse il momento
del responso scoprimento.
Ma siccome tanto fare
ti può fare anticipare
.
di un momento la tua uscita
sulla scena in sé ardita,
dove a destra c’è un amico
e a sinistra il bolscevico
alleato col fascista,
si ritrova in bella vista
incapace di pensare
bene bene dove andare.
Così sente gridar gioia
dalla parte sua sinistra
poi a destra, con sua noia,
canta pure l’ex fascista.
Così parte del paese
lo guardò ch’era confuso
col le braccia come arrese
nel dilemma così astruso.
“Chi avrà vinto le elezioni?”
domandossi il poveretto.
Cento e mille deduzioni
Gli affollarono il berretto.
Scelse a manca sorridente
ma si accorse che la gente
triste s’era trasformata
perché fu male informata.
Avean vinto quelli a destra
così lesto si invertì
arrivò con corsa lesta
con quell’altri a divertir.
Pochi videro, in paese,
questa scena scompisciante.
Ma chi vide poi comprese
quanto l’uomo era strisciante.
Questa storia vi ho narrato
acciocchè vi sia spiegato,
quanto sia, se guardi in tondo,
assai falso questo mondo.
Parte la Primavera Culturale di Arkeo
L’impegno di Arkeo non si ferma
mai. Dopo un intenso autunno culturale abbiamo utilizzato i primi due mesi del
2015 per organizzare la nuova stagione. Ne è scaturito un programma
interessante che, siamo certi, arricchirà Montegranaro culturalmente. Il
programma è ancora in divenire perché sono ancora molte le iniziative in
cantiere per il momento non definite.
Si parte con la consueta apertura
mensile di Sant’Ugo, prevista per domenica prossima, 1 marzo, con l’orario
abituale 16.00/19.30. Grazie all’apporto dei nuovi volontari ora possiamo
garantire un migliore servizio, con più persone a disposizione dei visitatori,
e stiamo ragionando su nuove aperture magari con altri orari. Sant’Ugo è il
bene più prezioso che abbiamo a Montegranaro: lo abbiamo promosso negli anni
portando le visite a poco più di zero a circa 3000 persone l’anno e stiamo
ulteriormente lavorando per incrementarle convinti che è da qui che deve
partire la nuova economia turistica del paese.
Ma non di solo turismo ci
occupiamo: venerdì 13 marzo abbiamo organizzato un concerto col gruppo
pop-vernacolare Agrikola Pius. Il concerto si terrà all’Auditorium Officina
delle Arti alle ore 21.30. Gli Agrikola, gruppo piuttosto noto in tutte le
Marche, hanno all’attivo due cd e diversi concerti live. Tornano dal vivo a
Montegranaro dopo un periodo di silenzio con uno spettacolo estremamente
divertente chiamato The Concert Yoppe Lou Yammetoo, dove eseguiranno un vasto
repertorio di musica ben eseguita ma con testi irriverenti e spassosi. L’ingresso
è libero e chi vorrà potrà lasciare un’offerta destinata al nostro progetto di
restauro della pala dell’altare maggiore della chiesa dei SS.Filippo e Giacomo.
Ancora iniziative volte a portare
gente a Montegranaro: il 20 marzo, alle ore 21.30, ci troveremo sotto la grande
quercia di Villa Luciani per il quarto appuntamento con A Salire a le Stelle,
la passeggiata notturna per la campagna montegranaresi a caccia di stelle
guidati dal nostro vicepresidente astrofilo Dino Gazzani. Dino ci accompagnerà
alla scoperta di un nuovo pezzo di volta celeste che, con l’equinozio di
primavera, cambia ancora una volta. I precedenti appuntamenti con questa
iniziativa hanno riscosso un notevolissimo successo.
Il 28 marzo sarà la volta di Anna
Maria Cerquetti che ci presenterà un recital viaggiando tra il racconto della
riscoperta del Miracolo Eucaristico di Morrovalle e la splendida voce di Jenny
Rosini. Un nuovo modo di raccontare che esce dagli standard della conferenza
storica per diventare un percorso della mente e del cuore sulle note di gospel
e spiritual. Con Anna Maria Cerquetti ci vedremo all’Oratorio San Giovanni
Battista di Montegranaro alle 21.30.
Ultimo appuntamento per ora in
programma è quello del 19 maggio, alle 16.30 presso l’Oratorio San Giovanni
Battista. Medardo Arduino ci presenterà i suoi due ultimi lavori letterari. Lo
storico dell’architettura, noto per le sue teorie sulla presenza carolingia
nelle Marche che rivoluzionano la storia del medioevo come l’abbiamo finora
conosciuta, ama molto Montegranaro e anche questa volta ha deciso di presentare
le sue fatiche al nostro pubblico. Un appuntamento da non mancare che si
ripeterà poi in estate, con data da stabilirsi, per la sua visione della Chanson
de Roland, in
un viaggio tra storia, letteratura e leggenda estremamente coinvolgente.
Un programma ricco, ancora in evoluzione, che tende
a portare cultura a Montegranaro, nella convinzione che essa sia il volano per
l’economia del futuro. Non perdetevi neanche un appuntamento: non ve ne
pentirete.
Luca Craia
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Perché Arkeo a Casette d’Ete? La nostra disponibilità per il bene comune del territorio.
Qualcuno me l’ha chiesto: ma che
c’entrate voi, di Montegranaro, con la Basilica di Santa Croce? Con Casette d’Ete? La
risposta è semplice: c’entriamo perché, se si vuole promuovere Montegranaro
bisogna farlo in un contesto
territoriale. Il nostro territorio è ricchissimo di attrattive culturali
che potrebbero stimolare un notevole flusso turistico e una conseguente nuova
economia di settore. Nessun paese, però, nemmeno Fermo, è in grado di formulare
un’offerta appetibile per l’utente se lavora da solo, nessun paese possiede
sufficienti siti culturali da diventare attrattiva in maniera autonoma. Noi lo
diciamo da anni: occorre agire a livello territoriale, dimenticare i campanili
e lavorare insieme.
È per sperimentare questo assioma
che abbiamo proposto all’Associazione
Santa Croce, con la quale già da tempo esiste un fitto scambio
intellettuale, di organizzare la manifestazione di domenica scorsa,
approfittando della Giornata della Guida Turistica. L’identità di vedute su
questo tema da parte delle nostre due associazioni ha reso il compito di Sabina Salusti, che ha ideato e
coordinato il progetto, molto più lieve. Abbiamo lavorato all’unisono e abbiamo
incassato un importante risultato che, al di là dei numeri che pure sono più
che lusinghieri, testimonia che avevamo ragione: se si lavora insieme la forza non raddoppia ma si moltiplica
esponenzialmente. Figurarsi un lavoro corale di tutti coloro che operano
nel settore: potremmo fare del territorio fermano-maceratese una nuova Toscana.
Leggo oggi sul giornale che anche
Marca Fermana, finalmente, comincia a
ragionare in questo senso. È una buona notizia, perché fino ad oggi le
istituzioni si sono mosse in tutt’altra direzione. Ora, però, occorre quella
dose di umiltà che chi lavora a livello istituzionale raramente ha: occorre
confrontarsi e collaborare con chi già opera nel settore, siano essi enti,
aziende o associazioni come nel nostro caso. Occorre sfruttare tutte le conoscenze acquisite, le esperienze e i
sistemi.
A Montegranaro il Comune tende a sostituirsi
a chi già opera da anni (leggi Arkeo)
senza però coinvolgere tali realtà e utilizzarne l’esperienza e il know how. L’impressione,
quasi certezza, è che si cerchi più visibilità che risultato. In questo modo si rischia di affossare il
lavoro fin qui svolto con risultati anche ragguardevoli e ripartire da capo
con un progetto che, già da ora, sembra poco convincente. Tutto ciò è, oltre
che presuntuoso, estremamente pericoloso.
Al di là del pensiero politico,
vorrei ribadire che conta il bene superiore del territorio. Per questo Arkeo è a disposizione del Comune di
Montegranaro per elaborare progetti concreti basandosi sull’esistente. Lo
siamo sempre stati, fin dall’inizio, ma fin’ora ci si è risposto picche. La nostra
unica condizione è che ci venga moralmente
riconosciuto il lavoro fin qui svolto e la capacità ampliamente dimostrata
di convogliare pubblico a Montegranaro, pur con mezzi scarsi. Noi siamo
disponibili. Fateci sapere.
Luca Craia
martedì 24 febbraio 2015
Il Sindaco vuole il forum delle Associazioni ma non le consulta
È singolare che il Sindaco gridi
a gran voce la volontà di creare un forum per il coordinamento delle Associazioni
ma, nel farlo, non le consulti per niente. Almeno io non sono stato mai
consultato né mai è stato chiesto il mio parere al riguardo e mi pare di capire
che sia lo stesso per le altre (eccezion fatta, forse, per le quattro che hanno
unito i loghi sotto l’egida del Comune).
Seppur non richiesta, quindi,
dirò la mia opinione: il Sindaco interpreta, ancora una volta, la volontà
egemonica più volte espressa da questa amministrazione. Già aveva tentato di
prendere il controllo dell’organizzazione del Presepe Vivente non riuscendovi
per la netta opposizione delle associazioni partecipanti. Ora, non paga,
vorrebbe creare questo “forum” che, francamente, non si capisce a cosa debba
servire. Che sia necessario un coordinamento delle iniziative è fuor di dubbio
e lo diciamo da anni, ma per far questo non serve alcun forum: basterebbe che
se ne faccia carico l’ufficio cultura gestendo un semplicissimo database dove
protocollare le varie manifestazioni per evitare accavallamenti, oppure si
potrebbe investire finalmente la
Proloco di quel ruolo che non ha mai avuto sia per errori
compiuti che per mancanza di volontà politica da parte del Comune stesso.
Ciò detto vorrei chiarire che,
qualora si istituisse questo fantomatico organismo, pur se contrario non potrei
esimermi dal parteciparvi. Ma vorrei che i nostri amministratori e i politici
in genere capiscano che mettere le mani sull’associazionismo per farne
strumento proprio di propaganda politica non verrà consentito. Se si vorrà
strumentalizzare l’opera dei tanti volontari che si prodigano senza secondi
fini per il bene della città, questo non sarà consentito. Se si vorrà pilotare
le iniziative sfruttandole e proprio favore, questo non sarà consentito. Se si
vorrà prevaricare l’identità, l’autonomia e le peculiarità proprie e statutarie
delle associazioni, questo non verrà consentito.
Ho trovato stucchevole l’utilizzo
nel titolo della figura di Mauro Lucentini, che sta di fatto coordinando l’opera
delle associazioni ma solo per quanto riguarda il Presepe Vivente, indicandolo
come una sorta di antipapa. Sono mezzucci che vorrebbero seminare zizzania e
che sono davvero poco consoni a chi dovrebbe amministrare con imparzialità
un paese. Lucentini non sta organizzando nessun coordinamento delle
associazioni ma ha solo messo a disposizione le sue capacità organizzative per armonizzare
l’opera dei partecipanti al Presepio. Anche indicare Lucentini come una sorta
di capo delle associazioni “non allineate” testimonia la volontà di strumentalizzare
politicamente.
Se il Sindaco tiene davvero così
tanto alla creazione di questo inutile e dannoso carrozzone avvii delle
consultazioni con le associazioni e non faccia aut aut davvero poco democratici
dichiarando “tireremo avanti con chi ci vorrà stare”. Se consultati noi diremo
la nostra e su questa base si dovrebbe prendere una decisione condivisa. Così
si innescano processi funzionali e non strumentali. Così dovrebbe funzionare la
democrazia.
Luca Craia
lunedì 23 febbraio 2015
La politica di Pinocchio
“I Cinque Stelle hanno già detto
che parteciperanno”, questo è il virgolettato che riporta una frase di Perugini
e Ubaldi circa l’ ormai stucchevole rimpallo di responsabilità tra maggioranza
e Viviamo Montegranaro sulla questione dei debiti fuori bilancio. In sostanza
si dice che verrà convocata la Conferenza
Permanente per discutere l’intera faccenda. Non scendo nel
merito perché non è di questo che voglio parlare ma del fatto che ancora una
volta leggiamo cose non vere. Chiamiamole con il loro nome: bugie, menzogne.
In passato era già stato fatto
spesso, di uscire sulla stampa con dichiarazioni non corrispondenti alla realtà
attribuendo ad altri accordi e intenzioni. Ricordiamo i più recenti:
- c’era un accordo con il
Presidente della Casa di riposo per il rinnovo del CDA: falso, smentito da
Melchiorri dopo poche ore;
- c’era un accordo con le
farmacie per la nuova turnazione notturna: falso, Bisacci uscì il giorno dopo
sul giornale con dichiarazioni furibonde.
Ora i Cinque Stelle entrerebbero
in quella conferenza che è stata istituita al posto della commissione aperta da
loro richiesta e alla votazione della quale non parteciparono. Falso pure
questo: i Cinque Stelle dichiarano che non ci entreranno finchè il tavolo non sarà
aperto alla società civile (quindi mai).
Perché questo estremo bisogno di
mentire? Perché questo giochino meschino a mettere in bocca agli altri cose non
vere? Ci rendiamo conto di quanto questo sia grave e pericoloso? Di quanto
questo possa minare la fiducia dei cittadini, almeno di quelli più attenti?
Luca Craia
La trasparenza intermittente
Singolare l’atteggiamento circa
il rapporto che le istituzioni, nella fattispecie il Comune, dovrebbe tenere
con il cittadino secondo l’amministrazione Mancini. Contrariamente a quanto affermato
e dichiarato in maniera chiara e convincente in campagna elettorale circa la
trasparenza e la partecipazione, l’amministrazione di centrosinistradestra sembra
comportarsi in maniera quasi opposta evitando con estrema cura che il cittadino
possa davvero contribuire in qualche modo all’opera di amministrazione. Prova
ne è che, ad oggi, nulla si è fatto per l’istituzione di organismi di
partecipazione popolare come, ad esempio, le consulte di quartiere. Prova ne è
che, ad oggi, momenti di incontro veri e propri con i cittadini, fatta
eccezione per quelli organizzati ad hoc in roccaforti politiche certificate,
non ce ne sono stati. Prova regina ne è che, alla proposta del Movimento 5
Stelle di istituire una commissione pubblica per fare chiarezza sui debiti
fuori bilancio (di cui, a quanto pare, l’amministrazione comunale soffre
particolarmente tanto da uscire sulla stampa un giorno sì e l’altro pure per
lamentarsene dando con ciò giustificazione alla scarsa operatività fin qui
registrata), la maggioranza ha prima convinto il rappresentante in Consiglio
Comunale dei pentastellati Giovanni Marilungo a ritirare la mozione con la
promessa di ripresentarne una unitaria e condivisa, e poi ha formulato una
proposta sostanzialmente chiusa nell’ambito del Consiglio Comunale stesso
istituendo una Commissione Consigliare a cui i cittadini non possono
partecipare.
Forse è una questione di
mentalità: il vicesindaco Ubaldi va scrivendo a destra e a manca (più a destra
che a manca, in verità) su Facebook e ovunque può la sua filosofia che
sostanzialmente dice che il cittadino, se vuole partecipare attivamente alla
scena politica, deve candidarsi e farsi eleggere. Chi non si candida o lo fa ma
non viene eletto per cinque anni deve osservare un religioso e rigoroso
silenzio lasciano carta bianca a chi vince le elezioni ed eventualmente a chi
fa opposizione. In questa concezione, si vede bene, la partecipazione popolare
non ha spazio alcuno.
Lo stesso assessore ai lavori
pubblici nonché vicepresidente della Provincia di Fermo, Aronne Perugini,
qualche giorno fa, dialogando con me e con altri, affermava che istituire una
commissione aperta sarebbe stato inutile perché “se già non vale niente una
commissione consiliare figuriamoci che valore può avere una non consiliare”. Il
valore alle cose lo si da per convenzione, per cui è evidente che nella
concezione di questa parte politica non si da alcun valore alla partecipazione
del cittadino alla vita pubblica. Non ci rimane che attendere le prossime
elezioni ed eventualmente candidarci in massa. Ognuno vota per se stesso e
vediamo che succede.
Luca Craia
domenica 22 febbraio 2015
Santa Croce di domenica: l’unione fa la forza.
Francamente abbiamo superato le
nostre aspettative: abbiamo smesso di contare i presenti all’apertura
domenicale della Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti a 500 persone. Un
flusso di gente in costante crescita per i tre appuntamenti con le visite guidate
da Sabina Salusti, più tantissima gente giunta alla spicciolata. Il sito di
Santa Croce preso letteralmente d’assalto da gente giunta da tutte le Marche,
appassionati, esperti, curiosi, amanti delle cose belle. Un successo che
riempie gli organizzatori e soprattutto me, Sabina Salusti e Manfredo Longi
dell’orgoglio di chi sa di aver lasciato il segno, senza falsa modestia.
L’evento, voluto da Arkeo,
Associazione Santa Croce, Piceno Guide, Magia e ideato da Sabina Salusti, oltre
ad essere stato un momento di grande peso culturale sul territorio, serve da
dimostrazione del fatto che il nostro patrimonio culturale, se opportunamente
valorizzato e promosso, costituisce elemento di grande interesse e richiamo ed
è un potenziale volano di un’economia basata sulla cultura e il turismo. Abbiamo
anche dimostrato che, per realizzare un turismo di alto livello sono necessari
impegno e dedizione ma anche un progetto chiaro. Abbiamo infine dimostrato che,
per ottenere risultati, è necessario unire le forze e mettere il potenziale di
ogni singola realtà che fa cultura e turismo in una rete comune sul territorio.
La collaborazione sinergica tra le associazioni Arkeo e Santa Croce ha prodotto
il grande successo di oggi che premia sia l’impegno che la capacità e l’umiltà
di fondere conoscenze e competenze uscendo dal proprio ambito, dimenticando il
campanile e unendo le forze.
Questo sarà senz’altro il punto
di partenza di una collaborazione (che in realtà è già partita da tempo) che
punta a valorizzare e promuovere il nostro territorio e a creare una economia
basata sul turismo di qualità, sulla cultura e sulla storia dei luoghi magici
che abbiamo la fortuna di abitare. Quando poi anche le istituzioni riusciranno
a seguire il nostro esempio e a unirsi a noi in questo progetto allora saremo
davvero sulla buona strada.
Luca Craia
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venerdì 20 febbraio 2015
La Lega del Nord e i partiti del centro che dormono.
È paradossale, secondo me, che a
fare gli interessi degli imprenditori del centro Italia, in particolar modo delle
Marche, in particolarissimo modo del distretto calzaturiero, interessi che poi
collimano con quelli dei lavoratori stessi e di tutto un comparto produttivo,
quello delle scarpe, appunto, fortemente provato dalle scelte politiche non
proprio lungimiranti del nostro governo, sia un partito che ha nel suo nome la
parola Nord. È stata la Lega Nord,
infatti, partito che gode fondamentalmente di tutta la mia disistima, a
interpretare nella giusta maniera, per una volta e forse per sbaglio, i
problemi e i bisogni della nostra regione economica.
I rapporti economici e
commerciali con la Russia,
da anni partner principale dell’industria calzaturiera italiana e, quindi, del
distretto calzaturiero fermano-maceratese che ne rappresenta il polo
principale, seppure già in crisi da diverso tempo, hanno subito nell’ultimo
periodo un brusco arresto proprio a causa delle sanzioni economiche decise
inopinatamente e immotivatamente (aggiungo anche stupidamente) dall’Europa
germanica e dall’Italietta di Renzi. A parte lo scarso interesse a livello
nazionale per questa incredibile presa di posizione del nostro governo che
danneggia il Paese stesso senza portare giovamento alcuno a nessuno, nella
nostra zona la politica non se ne è occupata.
Ecco allora i seguaci del buon
Salvini, ormai ben istruiti su come trovare argomenti di impatto popolare, che,
per una volta, trovano una strada condivisibile da seguire: un sit in di
protesta lungo la strada per protestare contro le sanzioni alla Russia. L’iniziativa,
a cui hanno partecipato, pare, diverse decine di persone, lascerà probabilmente
il tempo che ha trovato ma farà guadagnare ulteriori consensi al partito più
destrorso d’Italia.
Nel frattempo la sinistra locale
è in tutt’altre faccende affaccendata: a Fermo si stanno allegramente scannando
fra di loro, a Sant’Elpidio danno libera
interpretazione a Fratelli Coltelli, a Montegranaro, dove sembra che vadano
tutti d’amore e d’accordo, si preoccupano di sputare veleno sugli avversari e
inaugurare pulmini scolastici piuttosto che tutelare con qualche tipo di
iniziativa, una qualsiasi, anche per salvare un po’ la faccia, quegli
imprenditori con cui sono andati a fare passerella al Micam. Così vanno le cose
in Italia.
Luca Craia
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La storia infinita (della campagna elettorale)
Hanno un problema, mi pare di
capire, i membri della maggioranza di governo di Montegranaro: non riescono a
identificarsi col nuovo ruolo di governanti, sono rimasti all’opposizione. È comprensibile,
dopo decenni di minoranza, con la sola felice parentesi della giunta Branchesi,
che non si riesca psicologicamente – ma anche fisicamente – a calarsi nel ruolo
di coloro che tengono le redini. Questo genera nervosismo, reazioni scomposte, cadute precipitose
di stile e la sensazione di essere costantemente in campagna elettorale. Guarda
i giornali. Ogni iniziativa ha la sua conferenza stampa, la sua foto di gruppo, tutti sorridenti. Oggi
sul sito del Comune (e sulla relativa pagina Facebook) è comparso l’invito alla
cittadinanza di andare “a vedere” il nuovo pulmino per il trasporto scolastico,
come se questo fosse un’attrattiva circense. E giù proclami, autocelebrazioni e
incenso a iosa per ogni passo compiuto in avanti.
Contemporaneamente si sta sempre
sul piede di guerra: pronti all’accusa, a scaricare responsabilità, a far
partire nuove polemiche su ogni singolo problema anche noto, vedi il caso del
debito con la Comunità Papa
Giovanni XXIII che è conosciuto sin dai tempi del Commissario e che ora torna
fuori con accuse, legittime o no, sulle passate amministrazioni che,
francamente, a poco servono nella soluzione del problema e diventano
stucchevoli sia perché membri dell’attuale maggioranza erano membri anche delle
precedenti e, quindi, eventualmente correi, sia perché, alla proposta di
istituire una commissione per fare chiarezza su queste vicende si è
tranquillamente e immotivamente risposto picche.
Ultima ma non trascurabile conseguenza
di questo clima da campagna elettorale è l’arcinota scarsa se non nulla
disposizione a ricevere critiche. Le barriere difensive sono sempre bel alzate
così come alti sono i toni delle risposte, piccate, stizzite, cattive. Rispondono
alle critiche con attacchi alla persona, accusano, minacciano neanche tanto
velatamente. Un clima rovente generato dalla stessa maggioranza che poi se ne
lamenta. Dimenticano che la gente è attenta, legge, si documenta, e la
proverbiale propensione alla scarsa memoria oggi è sopperita da tanti strumenti
come anche questo blog. Dimenticano, soprattutto, che per quanto abbiano frange
di supporter con tifo calcistico (o cestistico), rappresentano pur sempre una
minoranza, quella che li ha eletti con meno del 40% dei voti. Quella
maggioranza che non li ha eletti non solleva striscioni ma osserva, guarda e,
soprattutto, giudica.
Luca Craia
giovedì 19 febbraio 2015
La corriera dei ricordi
Quando stamane ho visto la foto
pubblicata da Giacomo mi è preso un mezzo colpo: la SAM ha cambiato nome? Poi mi
sono tranquillizzato vedendo che sono solo due, per ora, i mezzi che hanno
mutato livrea, passando dalla storica scritta SAM alla nuova e più accattivante
Virgilio. Molto bella, quella nuova, sia la livrea che il marchio. Però mi è
preso un colpo lo stesso: la SAM
è davvero un pezzo importante della storia recente del nostro paese e vederla
soppiantata, anche se solo in piccola parte, fa un po’ tristezza. Non so se in
futuro tutti i mezzi dell’autolinea montegranarese avranno le nuove colorazioni
e la nuova scritta, anche fosse sarebbe il naturale evolversi delle cose. Ma la
scritta SAM significa molto per me come, immagino, per molti dei miei
concittadini.
La SAM mi portava al mare da ragazzino: mi ricordo che cercavo di salire per primo per potermi sedere accanto all’autista
(che spesso era proprio quel Virgilio, il titolare, che avrà ispirato il nuovo
nome, maestro di scuola e di vita, splendida persona) su quel vecchio macinino
che si apriva ai passeggeri con una porta centrale e una in fondo, porte
rigorosamente con l’apertura a maniglia. Sedersi accanto all’autista equivaleva
ad avere la sua stessa prospettiva della strada perché davanti a te c’era solo
il parabrezza. Un’angolazione privilegiata. Ci si sedeva a sinistra perché quello
strano mezzo aveva la guida a destra. E in mezzo, tra il passeggero così
fortunato da essersi accaparrato il sedile monoposto di primissima fila e il
conducente, c’era il vano motore, rialzato, che faceva un rumore infernale e
vibrava. Sopra potevi metterci le tue cose, perché c’era un ampio spazio
portaoggetti delimitato, per non farli cadere, da una modanatura cromata. La
corriera era corta, coi sedili in pelle (o forse finta pelle, chissà) e i
portabagagli sopra le file di poltroncine realizzati con assi di legno a vista.
Niente aria condizionata, solo manovelle per aprire i vetri dei finestrini.
La SAM mi portava a Civitanova la domenica, a
trovare la mia ragazza che mi raggiungeva anch’ella con la corriera. Era un
viaggio pieno di aspettative, col romanticismo che si ha da adolescenti. E
quello di ritorno, la sera della domenica, era triste e malinconico, ma aveva
la sua dolcezza, la sua bellezza.
La SAM è nei miei ricordi tramandati verbalmente,
dei racconti degli anziani che parlavano del ponte sull’Ete prima di varcare il
quale occorreva scendere per alleggerire la corriera. La corriera dei racconti
di mia madre, che parlavano di gite primaverili, di amici e di canzoni, di “Quel
mazzolin di fiori” cantato a squarciagola alla fermata di Casette d’Ete perché i
locali, per qualche inspiegabile ragione, mal sopportavano quel canto. La SAM che riportava a casa mio
nonno dalla stazione dopo essere stato, col suo campionario di scarpe
artigianali, a farsi un mezzo giro d’Italia in treno.
Ogni montegranarese avrà una
valigia di ricordi legata a quelle corriere azzurre, valige come quelle che
venivano poggiate sui portabagagli sopra i sedili. Ricordi di viaggi
scolastici, di andate e ritorni dal mare d’estate con le ciabatte insabbiate e
la salsedine sulla pelle, il caldo delle lamiere e l’aria sparata in faccia dai
vetri aperti. Quella scritta, SAM, è nei nostri cuori. Chissà, forse piano
piano Virgilio prenderà il suo posto. Ma lo zio SAM rimarrà incancellabile
porzione del sangue montegranarese.
Luca Craia
mercoledì 18 febbraio 2015
Patto per la sicurezza: predicare bene e razzolare….
Non voglio sprecarci tante
parole, ne ho già scritte abbastanza. Mi è solo parso grottesco il contenuto
del Patto per la Sicurezza
sottoscritto lo scorso 13 febbraio in Prefettura dal nostro Sindaco perché mi
pare sia in palese contraddizione con l’assegnazione degli alloggi popolari con
criteri che rischiano di fare del centro storico il ghetto di Montegranaro. Leggiamo:
Non voglio aggiungere ulteriori
commenti.
Luca Craia
La sindrome da divisa nell’Italia dell’illegalità
Una piccola riflessione sulla
notizia di oggi: la Guardia
di Finanza avrebbe multato un negoziante per aver regalato un panino a un disabile.
Tutto questo a Napoli dove ci sarebbe ben altro da multare. Ora: fosse l’Italia
un Paese dove vige la legalità assoluta la cosa sarebbe normale. In effetti la
legge è stata violata in quanto si sarebbe dovuto emettere uno scontrino a
importo zero. Ma l’Italia è un Paese dove la legalità è un miraggio, dove si
violano leggi e regole con regolarità, dove ruoli chiave dello Stato stesso sono
in mano a malfattori. Quindi l’operato degli agenti delle Fiamme Gialle appare quanto
mai inopportuno, stupido e dannoso del concetto di legalità.
Il cittadino ha bisogno di
sentirsi tutelato da chi porta una divisa. Non deve aver paura del carabiniere perché
il carabiniere potrebbe picchiarti a morte. Non deve temere il poliziotto perché
potrebbe spaccarti la testa durante una manifestazione pacifica. Non deve aver
paura del finanziere perché potrebbe infliggerti una contravvenzione ingiusta. La
fiducia che il cittadino dovrebbe poter riporre negli uomini in divisa è duramente
messa alla prova da spaccatesta, delinquenti in divisa o imbecilli col cappello
stemmato. Ben inteso: sto parlando di minoranze infinitesimali in mezzo ad una
quasi totalità di persone serie che svolgono il loro mestiere, anzi, la loro
missione nel migliore dei modi. Ma la classica mela marcia anche in questo caso
danneggia il cesto intero.
La cosa più riprovevole e che
mina ulteriormente il rapporto Stato-Cittadino è la mancanza di provvedimenti. Il
poliziotto che sbaglia non vien punito, viene trasferito. I fatti non vengono
analizzati e resi pubblici affinchè non accadano ancora ma vengono nascosti. E
anche in questo caso nessun provvedimento verrà preso nei confronti di questi
due imbecilli, consentitemi il termine, che, invece di lavorare per la legalità
di una città come Napoli dove di illegalità si vive e si muore, perdono tempo a
infliggere sanzioni per fatti innocui e per un’illegalità che non c’è. Perché lo
abbiano fatto non lo so: eccesso di zelo, stupidità, inadeguatezza. Ma hanno
arrecato un danno incalcolabile all’immagine dello Stato. Questi uomini in
divisa dovrebbero essere impiegati altrove: magari a pulire le strade di Napoli
con una bella scopa in mano al posto della pistola. Ma farebbero danni anche
lì.
Luca Craia
La schizofrenia della critica feroce e costruttiva.
Ho pubblicato, nel giro di pochi
giorni, due video realizzati da me. Il primo faceva vedere la Montegranaro che non
vorremmo vedere, quella sporca, degradata, preda dell’incuria e dell’inciviltà.
Il secondo, invece, mostrava la
Montegranaro più bella, i suoi tesori più preziosi, gli
scorci più belli. Mi hanno dato del pazzo per questo: come fai a postare una
cosa e il suo contrario quasi contemporaneamente? In effetti, un po’ pazzo lo sono
e ne vado anche piuttosto fiero, ma vorrei spiegare.
Il mio impegno e, finché i miei
sodali in Arkeo sono concordi su questa linea, l’impegno della mia associazione
è quello di lavorare sui nostri scopi denunciando le cose che non vanno mentre
si promuovono quelle buone (che sono tante). Lavoriamo da anni per portare il
turismo a Montegranaro e ci stiamo riuscendo tanto che, ora, qualcuno s’è
accorto che il turismo può essere interessato a Montegranaro. Meglio tardi che
mai, magari con qualche correzione.
Lavoriamo per riportare alla luce
tesori nascosti e dimenticati. Lavoriamo per studiare il patrimonio. Facciamo
proposte per migliorare la qualità della vita. Nel contempo denunciamo quello
che è sbagliato, quello che c’è da correggere, il malcostume, quelli che,
secondo noi, sono gli errori della politica.
C’è una profonda coerenza in
tutto questo, anche se ai più superficiali non appare. È la coerenza di chi ama
profondamente la propria terra e vuole il meglio, e per ottenerlo lotta con
ogni mezzo. Noi quello facciamo: vogliamo che la gente venga a Montegranaro e
nel Fermano perché c’è molto da offrire e questo può essere il futuro della
nostra economia. Ma può esserlo soltanto se valorizzato, curato, proposto con
professionalità. Ecco perché combattiamo la politica raffazzonata, i soldi
sprecati, l’abbandono e l’incuria. Ecco perché lottiamo contro la maleducazione
e l’inciviltà. Siamo convinti che non si possa fare nulla di buono essendo
servili con la politica e facendo i simpatici con la gente. Noi siamo schietti
e sinceri. A volte antipatici. E anche un po’ matti.
Luca Craia
martedì 17 febbraio 2015
Caro Assessore al Centro Storico ti scrivo.....
Caro Giacomo Beverati,
avendo io sollevato la questione
della cartellonistica a cui leggo oggi sul Corriere Adriatico la solita sguaiata
risposta (alla quale dovrei essere ormai abituato essendo questo, a quanto
pare, lo stile di questa amministrazione) vorrei precisare alcune cose circa le
tue affermazioni:
1)
nessuno ha mai dato la colpa a questa amministrazione
del fatto che i cartelli siano sbagliati. Ho solo affermato che sono sbagliati.
Invece di mettersi immediatamente sulla difensiva (cosa che denuncia un certo
nervosismo, a che dovuto possiamo solo immaginarlo) basterebbe prenderne atto e
provvedere. Lo segnalo da anni, lo avevo già segnalato all’amministrazione
Gismondi ma i cartelli sono ancora lì e, viste le tue risposte, immagino che ci
resteranno a lungo.
2)
Datazione della Cripta di Sant’Ugo: il Chronicon
Farfense parla in maniera molto chiara di tre chiese in Montegranaro, una delle
quali era SS.Filippo è Giacomo, l’attuale Sant’Ugo. Il documento farfense
risale all’anno 829, parecchio antecedente alla data indicata da te. Del resto
se il Beato Ugo, morto nel 1270, avesse davvero risieduto a Montegranaro
immediatamente prima della sua morte, secondo la tua ricostruzione, avrebbe
forse fatto il muratore proprio per edificare la chiesa a lui in seguito
dedicata. Ora et labora. Ma, dato che Ugo risedette (secondo le fonti, per
quanto poco attendibili) nel monastero silvestrino di Montegranaro, è pensabile
che la chiesa ci fosse già almeno, appunto, dall’829. Da qui è evidente che la
scritta XIII secolo del cartello è errata. Invece di arrabbiarti cambia il
cartello, fai più bella figura.
3)
Non so a quale pieve del SS.Salvatore tu ti riferisca. Quella
a cui mi riferisco io non è più officiata semplicemente perché è murata (almeno
la parte che abbiamo rinvenuto noi). Certamente il resto della chiesa è
riferibile all’attuale teatrino della pievania nel quale non si può officiare perché
non è una chiesa. Certamente, però, non è uno dei monumenti più insigni della
città a meno che tu non abbia una strana misura del valore dei monumenti. La Pieve (la porzione, per la
precisione) a cui ci riferiamo è accessibile tramite uno stretto cunicolo e
penso che quando ci siamo entrati noi siamo stati i primi da secoli. Attendo
smentite. Da quello che leggo, però, mi pare evidente che tu non sai di cosa
stiamo parlando. Ti suggerirei di documentarti prima di inalberarti.
Vedi Giacomo, il problema è
sempre quello: non siete capaci (uso il plurale perché mi pare che sia vizio
comune nella vostra amministrazione) di prendere con la dovuta eleganza le
critiche. Io, caro Architetto, non sono affatto un “illustre esperto” come dici sarcasticamente tu (anche se
mi avvalgo di due archeologi, un restauratore, un geologo e un ingegnere che sono attivi nella mia associazione) ma solo un appassionato che si
dedica a queste cose da anni, talvolta sbagliando, talvolta prendendoci. Essendo
tu in possesso dei miei numeri personali, come hai fatto più e più volte
avresti potuto anche in questo caso chiamarmi e chiarire, evitandoti questa
brutta figura.
Quando vuoi visitare la Pieve dimmelo, ti accompagno
volentieri. Ma sii cortese, non ridicolizzare il lavoro fatto seriamente da
tuoi concittadini, alcuni anche tuoi elettori, solo per una comparsata sul
giornale o per una ripicca infantile. Non è da politici navigati con esperienze
quasi trentennali come sei tu.
Con affetto
lunedì 16 febbraio 2015
Ci starei attento con Veregra
Sì, ci starei attento perché
rischiamo di fare figuracce. A Montegranaro ci piace molto pensarci come eredi
di un’antica stirpe romana, figli dei cittadini di una grande colonia chiamata
Veregra. Il problema è che Veregra non dà traccia di sé in nessuno scritto
storico. Solo Plinio il Vecchio cita, nella sua Naturalis Historia, non Veregra
ma un Ager Veregrarus inteso come territorio ma non gli dà un’ubicazione
esatta, tanto che esistono ben tre diverse interpretazioni che collocano
Veregra in punti estremamente distanti tra loro: Tolomeo la pone in Abruzzo, il
Colucci a cavallo tra il maceratese e l’anconetano nella zona tra Montefano e
Filottrano e una terza, invero suffragata dalla nostra antica tradizione, mette
Veregra nel territorio di Montegranaro.
La tradizione delle origini
veregrensi di Montegranaro parte da uno scritto di Andrea di Giacomo da
Fabriano che scrisse la vita di Sant’Ugo da Sassoferrato. Il documento fu
redatto circa quarant’anni dopo la morte del beato e parla della permanenza di
Ugo nella terra in cui vivevano “incolae Veregrani” ossia gli abitanti di
Veregra. Poiché nel periodo a cui il Generale dei Silvestrini fa riferimento
Sant’Ugo avrebbe vissuto a Montegranaro ecco che si deduce, senza alcuna prova
storiografica, che incolae Veregrani sia la popolazione di Montegranaro. Del
resto non vi è nemmeno alcuna prova scritta della permanenza del Santo in città
e l’unico dato a suffragio di questa convinzione è la fortissima e immediata
devozione al Santo che cominciò prima ancora della sua morte avvenuta nel 1270.
Andando per logica appare chiaro
che, anche qualora Veregra fosse stata edificata nel territorio attiguo
all’attuale Montegranaro certamente non ne possiamo cercare le vestigia sui nostri colli in quanto i Romani non
edificavano le città sulle alture ma lungo le pianure. Casomai eventuali
vestigia romane rinvenute sui colli montegranaresi potrebbero riferirsi a
depositi di grano, appunto, e a fortificazioni per la loro difesa.
Con ciò non è mia intenzione
disilludere coloro che siano convinti della discendenza romana dei
Montegranaresi. Ritengo però che darla per certa sia un errore, almeno a
livello istituzionale. Piuttosto sarebbe opportuno un impegno condiviso per
ricercare realmente le radici della nostra città. E chissà che non troviamo le
prove che Veregra era veramente l’antenata di Montegranaro.
Luca Craia
Voglio restare umano. Non voglio scegliere tra la dittatura di Renzi e il disumano Salvini.
“12 BARCONI carichi di immigrati (tutti pacifici?) sono stati segnalati
a Sud di Lampedusa. Fosse per me li aiuterei, li curerei e darei loro cibo e
bevande. Ma li terrei al largo e NON LI FAREI SBARCARE, ne abbiamo abbastanza.”
Questo lo dice Matteo Salvini, leader della Lega e personaggio politico molto
amato negli ultimi tempi. È abile Salvini: cavalca le paure ataviche, utilizza
quelle create ad hoc dal regime di Renzi, strumentalizza una situazione comunque
critica in Italia per guadagnare consensi e ci riesce. L’altra sera ho chiesto
di vergognarsi a un conoscente su Facebook perché affermava che è un peccato
che il Mediterraneo sia così piccolo perché ci entrano pochi morti. Salvini ha
successo e questo lo dimostra. Salvini fa gravi danni sociali e questo lo
dimostra.
Guardate queste immagini:
Sono donne con i loro figli,
padri con i loro figli, persone disperate in cerca di un futuro. Sono
pericolosi? Terroristi? Vengono a saccheggiare Roma? Ora guardate quest’altra
immagine:
Sono le bare di quattro bambini
morti annegati nel mediterraneo. Erano terroristi? Rappresentavano un pericolo?
L’immigrazione incontrollata è
indubbiamente un grave problema che va affrontato e risolto. Certamente l’Italia
non è in grado di accogliere l’enorme flusso, destinato a crescere, di
rifugiati provenienti da Africa e Medio Oriente. Certamente esiste anche il
pericolo di infiltrazioni terroristiche. Ma pensare di non soccorrere ESSERI UMANI che rischiano di morire in mare è DISUMANO.
Occorre una politica comune di
tutta l’Europa per arginare il fenomeno. Occorre certamente fare in modo che
questa povera gente non parta, non venga, che rimanga nel suo Paese. Bisogna
attuare politiche di cooperazione per fare in modo che le situazioni che
costringono i profughi a fuggire vengano annullate.
Il problema è che queste situazione,
in gran parte, le abbiamo innescate proprio noi occidentali, con le nostre
guerre mascherate da operazioni di pace, con le nostre esportazioni di
democrazia. Ora risolverle non è facile. E certamente non si risolvono con
nuove azioni di guerra come quelle paventate dal nostro governo.
Ma come possiamo pensare di lasciare degli esseri umani a morire tra le
onde? Come potete ritenervi ancora umani dopo averlo pensato? Dobbiamo
scegliere tra la dittatura di Renzi e il disumano Salvini? Io scelgo di
restare umano!
Luca Craia
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