venerdì 21 marzo 2014

Nazzareno Di Chiara, la candidatura, l’opportunità politica e la correttezza.



Apprezzo molto la schiettezza di Nazzareno Di Chiara, che oggi sulla stampa finalmente chiarisce quale sia il punto di correttezza suo e, probabilmente, del gruppo del quale si fa portavoce (che, come sempre, ha sovrabbondanza di portavoce) riguardo ad eleggibilità e candidabilità. In sostanza Di Chiara ci spiega, con estrema naturalezza, come dalle sue parti (comprendendo l’amico fedele Di Battista, si capisce) sia ritenuto politicamente opportuno ancorchè legale candidarsi, raccogliere voti, e poi scegliere quale carica interessa di più, se quella istituzionale provinciale o quella comunale. Quindi, se la lista Gismondi vincesse le elezioni, Di Chiara potrebbe scegliersi un incarico di prestigio a Montegranaro, se perdesse resterebbe comodo comodo dov’è. Oppure potrebbe scegliere comunque l’incarico attuale lasciando il suo posto (e i voti da lui portati) a qualcun altro. Ora, questo è senz’altro legale, ma io, da elettore, un tantino preso per i fondelli mi ci sento.

Luca Craia

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