lunedì 31 marzo 2014

Grotte e Cripta, un fine settimana intenso per Arkeo



Fine settimana estremamente intenso e proficuo per Arkeo e i suoi volontari. Nella mattinata di sabato, sempre in collaborazione con il Gruppo Speleo del Cai di Fermo guidato da Massimo Spagnoli, siamo discesi nel sottosuolo montegranarese per rilevare nuovi ipogei. In particolare sabato è stata esplorata una cavità facente parte del complesso della cinta muraria in prossimità di Porta Marina. I rilievi hanno mostrato dati interessantissimi che portano a una ricostruzione del sistema ipogeo dell’area che sembra essere stato estremamente complesso. È evidente che le due torri poste a difesa della porta fossero in comunicazione tramite, appunto, gli ipogei in questione che poi, probabilmente, risalivano verso la piazza. È anche pensabile che un ulteriore ramo scendesse in direzione dell’attuale chiesa di San Serafino quale scarico di acque reflue o eventuale via di fuga. Le prossime esplorazioni in programma nel mese di aprile potranno chiarire il tutto.
Nel pomeriggio di sabato abbiamo provveduto a ripulire e preparare la Cripta di Sant’Ugo per accogliere i visitatori della domenica, anche in considerazione di un flusso maggiore dovuto alla presenza delle miniguide. La cripta, purtroppo, in questo periodo è particolarmente sporca a causa della presenza del cantiere di SS.Filippo e Giacomo che genera molta polvere. Sono quindi occorse oltre due ore di lavoro per rendere il nostro tesoro cittadino degno di accogliere gli appassionati del bello che, poi, sono venuti domenica.
E domenica abbiamo registrato il consueto forte flusso di visitatori provenienti da quasi tutte le Marche, che si sono mescolati con i genitori e i parenti dei ragazzini delle miniguide in una grande folla all’interno della Chiesa. Il flusso non è cessato quando i ragazzi se ne sono andati e abbiamo chiuso la porta oltre l’orario previsto senza interrompere mai le visite, segno che il nostro impegno per promuovere questo luogo prezioso sta dando frutti.

Luca Craia

venerdì 28 marzo 2014

Renzi, le province e la prova che ci prende per i fondelli



Eccola la prova. Il sospetto lo avevo da tempo, quell’aria da imbonitore televisivo, da venditore di materassi, di pentole con o senza coperchio non mi ha mai convinto anche se, per abitudine e per mia indole, lascio sempre il beneficio del dubbio. E, d’altra parte, quando sei con l’acqua alla gola, anche un foglio di polistirolo galleggiante può sembrare un salvagente. Ma Renzi ha dimostrato che, come tutti coloro che l’hanno preceduto, accende le foglie secche, l’erba tagliata, soffia un po’, fa un bel po’ di fumo e te lo spara sugli occhi.
Quanto guadagnerà mai un consigliere provinciale? Dipende dai gettoni, dipende da quanto si impegna, dipende dal vostro metro di misura. Certo non guadagna come un parlamentare. Certo la sua utilità è tutta da vedere. Certo che l’utilità stesse dell’Ente Provincia è tutta da vedere. Ma spacciare come la soluzione una riforma che non fa altro che eliminare il consiglio provinciale, facendo risparmiare allo Stato le briciole delle briciole, è ridicolo, grottesco, irritante.
Renzi qualche idea buona sembra averla. A che serve prendere per i fondelli gli Italiani, ancora una volta, e in maniera così plateale? Serviva un atto di coraggio: abolire le province, non i consiglieri che, tra l’altro, sono stati eletti democraticamente. Tagliare il numero dei parlamentari, non trasformare una ramo del Parlamento, il Senato, da elettivo a nominale. L’unico risultato che si ottiene così è di limitare la rappresentatività, la democrazia. Benefici economici non ne vedo. Solo benefici per la cosiddetta casta.

Luca Craia

Arkeo rinnova il Direttivo e le cariche sociali per il triennio 2014/17.


COMUNICATO STAMPA 02/14

Si è riunita ieri sera, presso la sede sociale di Arkeo, l’Assemblea Generale dei Soci in forma ordinaria. L’incontro dei soci era di massima importanza perché, oltre all’approvazione del bilancio annuale, l’Associazione si trovava nel momento di scadenza triennale del proprio Consiglio Direttivo e quindi l’Assemblea è stata chiamata ad eleggerne uno nuovo.
I soci di Arkeo hanno quindi reputato di proseguire sulla strada intrapresa confermando in toto il Direttivo uscente con l’innesto di due nuovi consiglieri che si sono particolarmente distinti per impegno e dedizione: Beatrice Caldarelli e Antonella Leoni. Il Consiglio Direttivo passa così da cinque a sette membri.
Lo stesso Direttivo, che rimarrà in carica fino al 2017, appena eletto, ha proceduto alla nomina delle cariche sociali, confermando sostanzialmente l’esistente. L’organigramma dell’Associazione è quindi il seguente:
Presidente Luca Craia
Vice Presidente Dino Gazzani
Segretario Sabina Salusti
Tesoriere Graziella Marziali
Consigliere Guido Eugeni
Consigliere Beatrice Caldarelli
Consigliere (con funzione di P.R.) Antonella Leoni.
Il Direttivo ha subito discusso le prossime iniziative che vedono Arkeo in prima linea per la difesa e la promozione del territorio e dei suoi beni culturali e ambientali. Già sabato si procederà con una nuova esplorazione degli ipogei montegranaresi mentre domenica i nostri volontari sono impegnati nell’apertura mensile di Sant’Ugo ospitando anche l’iniziativa del Fai e dell’Archeoclub con le miniguide. Martedì saremo relatori presso la Provincia di Fermo per l’organizzazione della Settimana Colta provinciale.

Il Presidente
Luca Craia

giovedì 27 marzo 2014

Piccionman e la sesta lista



Piccionman sedeva davanti al caminetto in una fredda giornata di pioggia di inzio primavera quando suonarono alla porta. Erano Batman e Robin, Wonderwoman, Superman, i Fantastici 4, Catwoman, l’Incredibile Hulk e l’Uomo Ragno.

-         Facemola corta – disse Superman – te devi mette in lista co noatri.
-         Eh? – rispose Piccionman – Che lista????
-         Facemo la lista pe l’elezioni – rispose con cipiglio Wonderwoman
-         Ma voatri sete matti. Lo sapete che ghià ci ni sta cinque de liste? – disse Piccionman preoccupato
-         E allora? Saremo la sesta. La superlista de li supereroi. Chi ce freca? – fece Batman col suo solito atteggiamento strafottente
-         Sci ma io non c’agghio voglia, nomme ne va, e po’ sai le ccimentature? Esselo, vedi? Facia finta de preoccupasse de li picciù e invece volia solo presentasse a l’elezioni – ribattè lagnante Piccionman.
-         Sta a sentì, coso – fece l’Uomo di Gomma – qua ce serve la jente da mette in lista. Ci sta poco da discore. Tu te metti in lista e zitto, sennè rlei.
-         Ma senti che robba! Ma lo sapete contro chi ve mettete? Ci sta Basso! Quillo c’ha l’amici alieni. Che glie facemo? – balbettò Piccionman
-         E tu c’hai paura de quattro marziani? Ma per piacere! Li ncarto io co le ragnatele a quissi. – fece, rassicurante, l’Uomo Ragno.
-         Ma ci sta da fa cagnera, ci sta Lucentini che non perdona, li comunisti, li grillini che sta ncazzati, Mariani che d’è pure grosso!
-         A quilli ncazzati ce penso io! – tuonò l’Incredibile Hulk.
-         Ah beh… allora…. E a Gastone? Quillo vegne solo perché ad’è bello. Che glie facemo?
-         Guarda – intervenne Robin – a parte che pure io no scherzo, ma so chiamato a Thor. Ci sta pure isso. Voi mette Gastone co’ Thor? E su!
-         Allora… va ve, daje, ce penso….
-         None!!!! – disse Batman – tu te candidi e zitto.
-         Cedo alla violenza – disse rassegnato Piccionman

E così nacque la sesta lista. Come andò a finire lo racconteremo nella prossima puntata, dopo le elezioni.

Il Comune non è un’azienda



Curioso il concetto espresso dall’ex assessore Lucentini a proposito del Comune sul Corriere Adriatico di ieri. Lucentini paragona la cosa pubblica locale ad un’azienda e si stupisce di come ci siano, almeno sulla carta, ben cinque compagini pronte a prenderne le redini nonostante si pensi navighi in cattive acque finanziariamente parlando. Ne deduce, Lucentini, che in realtà tale azienda non sia davvero in così cattive acque. Deduzione secondo me sbagliata. Come si diceva una volta in filosofia, nego maiorem, ergo nego consequentiam.
Il Comune non è un’azienda, caro Mauro. È tutt’altra cosa. E forse è proprio per il fatto che ci siano persone che si occupano di amministrarlo che lo considerino tale che ora il bene pubblico è ridotto come è ridotto. La situazione finanziaria, checché se ne dica, è disastrosa. Non irrimediabile, intendiamoci, ma molto preoccupante. Non essendo però, il Comune, paragonabile ad un’impresa privata, ma essendo lo stesso bene pubblico al quale sono legati i destini dei cittadini, giocoforza è naturale che alcuni cittadini, in questo caso tanti, si mettano a disposizione per cercare, ognuno con la propria cultura, mentalità, progettualità, di mettere rimedio ad una gestione che dura da anni e che ha prodotto i risultati che ben vediamo.
Sarebbe invece opportuno, finalmente, un’ammissione di responsabilità da parte di chi ha amministrato Montegranaro negli ultimi anni. E non per giustizialismo, solo per giustizia, per chiarezza. Perché, anche ammesso che si possa tornare a proporsi all’elettorato dopo i disastri combinati, sarebbe auspicabile prenderne coscienza in modo di dare almeno la tranquillità all’elettore che certe scelte scellerate non si faranno più.

Luca Craia

martedì 25 marzo 2014

PRIMAVERA - DI ANNA LISA MINUTILLO

Ancora una volta ci onoriamo di ospitare un bel pezzo di Anna Lisa Minutillo, giornalista e scrittrice di grande sensibilità.

Il ticchettio della pioggia sui vetri che si fonde con quello dell’orologio che imperterrito scandisce il tempo e segna parentesi di ricordi e di emozioni.

Il silenzio che si sta per illuminare a giorno quando si distendono le curve del cuore e si aprono alla voglia di raccontare e di parlare,la paura di farlo per non rompere l’incanto.

Siamo arrivati ancora una volta alla stagione primaverile e vediamo i giorni illuminarsi un po’ di più,i fiori fare capolino da questa terra che li ricopriva fino a pochi giorni fa, e c’è e ricomincia l’inno alla vita ed alla voglia di leggerezza ,di sole,di risveglio non solo di colori ma anche dell’anima e del cuore e siamo ancora qui e ci chiediamo come mai e non ci rendiamo conto della grande fortuna che abbiamo nel poter assistere a tutto questo,non lo vediamo o forse non lo vogliamo vedere.

E’ sempre notte e come tutte le notti per me inizia la rumorosa pace del silenzio che fa tanto di quel rumore da non poter spiegare,non ci sono le parole giuste ,le cerco perché voglio che quando mi serviranno non vengano fraintese e possano distendersi lungo le pieghe della vita che corre senza dare l’errata sensazione di essere giunte li quasi per caso,devono essere ben meditate ,devono diventare dolci ma anche decise,devono avere il piglio giusto,devono indignare far reagire,devono dare la svolta,devono scuotere l’anima,devono essere fendenti che li liberano nell’aria si fendenti come quelli che continuano ad essere inferti su questi corpi martoriati ,su questi volti tanto amati,su queste vite che avevano voglia di essere vissute ,su queste donne di cui spesso ci si dimentica pur parlandone con una certa cadenza ormai spettacolarizzata ad uso e consumo della notizia dell’ultima ora che riempie titoli di testa e che si dissolvono dopo un giorno dalla loro stessa pubblicazione.

Mi viene in mente nella stagione dell’amore,nel momento in cui i battiti del cuore accelerano notevolmente,nella pausa fra l’inverno gelido come i cuori che circondano queste donne che amavano e forse anche troppo al punto da annullare se stesse per vedere compiaciuti ed appagati i loro compagni di vita ,di storia, di cuore e il primo sole caldo che fa capolino fra le nuvole grigie di queste città che tornano a risplendere avvolte dalla luce che avevano anche dimenticato di possedere.

Cosa vogliono le donne alla fine ? cosa cercano? Di cosa hanno bisogno per sentirsi felicemente coinvolte nelle loro relazioni? Cosa si aspettano dai loro compagni? Come mai diventano facili prede di mani avide di vendetta e di rabbia repressa? Cosa manca a questi rapporti nati con l’aspettativa del primo bacio e l’ansia della prima vacanza da trascorrere insieme?

Cosa manca a questi uomini che da persone adorabili diventano carnefici delle loro stesse donne? Cosa scatta nella mente di chi non accetta un rifiuto in questo momento storico dove bisogna avere tutto ciò che hanno gli altri per sentirsi davvero realizzati,hanno forse finito per considerare l’amore come un possesso da estendere oltre che ai beni materiali anche ai sentimenti?

Hanno forse iniziato a paragonare i sentimenti a qualcosa da acquistare come se fosse in vendita sulla bancarella della frutta al mercato? Hanno paura di sfigurare rispetto ai loro amici,alle loro famiglie perché non sono riusciti a tenere con se chi dava loro prestigio e cura? Cosa sta accadendo a quel cuore che non si vergognava e non temeva un no cosa…

Alcune volte mi improvviso osservatrice esterna e non coinvolta e mi capita di entrare in siti dove ci sono chat destinate agli incontri fra i due sessi ,le prime battute di qualcuno sono sempre il solito disco rotto,altri in men che non si dica hanno già deciso di lasciarti il numero del loro cellulare anche se non lo hai richiesto,altri ancora ti inviano immediatamente la loro foto dicendo che la inviano solo a te e lo fanno perché ti ritengono speciale e non vorrebbero perderti…Perdermi rispondo io? Si,mi dispiacerebbe non ritrovarti più,non poterti più parlare e allora faccio notare che non si può perdere qualcuno che non si è mai avuto e restano stupiti,come risvegliati,interdetti .

Utilizzano termini che dovrebbero essere usati con cautela come si trova scritto in alcuni bugiardini che accompagnano apparecchiature pericolose.

Poi ci sono gli audaci ,quelli che ti invitano ad uscire con loro senza neanche sapere cosa ti interessa fare dove ameresti andare,tanto loro vogliono andare solo in un luogo con te per cui perché perdersi in preamboli..?

E alla fine quelli hot ,i repressi del caso quelli che pensano ancora che le dimensioni contino nella vita ma non quelle occupate dalla mente ma quelle occupate dal loro organo riproduttivo e decidono di inviarti un bel selfie che li ritrae in tutto il loro splendore ed allora ti viene quasi in mente di realizzare un book con tutti gli scatti riservati a questa parte del corpo con cui spesso finiscono con il ragionare seguendo le sue pulsioni e dimenticandosi di avere anche delle pulsazioni.

Si consuma tutto attraverso la tastiera,i monitor,il rumore delle dita che corrono veloci sui tasti e che fanno compagnia intanto che si sforzano di mettere insieme quattro scarne parole da dire e di cui non importa poi molto .

Allora mi chiedo se queste persone uscissero dallo schermo cosa sarebbero in grado di fare,mi chiedo se questo correre ed accorciare le distanze della tecnologia non ne abbia create di ben più grandi di distanze non abbia aumentato le distanze fra i cuori si perché di ascoltarsi,di dialogare,di scoprirsi,di sfogliarsi come pagine di libri non importa poi molto a nessuno.

E questo è uno spaccato della vita reale che viene trasposto nel virtuale ma che alla fine non è differente da ciò che accade nella realtà,sentimenti usati come merce di scambio,distrazione e solitudine che si vogliono riempire con dialoghi che di dialogo non hanno nulla,ci si sente al sicuro perché non costretti ad interagire direttamente e chissà se alcune pieghe di queste situazioni non siano poi motivo scatenante di frustrazioni da sfogare sui corpi di quelle donne che ignare di tutto ciò decidono di iniziare a frequentare qualcuno di questo soggetti.

Non ci si espone più,si temono le persone,si temono le parole si temono anche gli abbracci,si teme l’amore e questa stagione che è appena iniziata ha già lasciato scie di sangue ad introdurla ,scie di dolore,di sogni spezzati di attimi rubati di cocente indifferenza ed imbarazzo che non vogliamo più provare.

Siamo impreparati per vivere ciò che cerchiamo,non ci stupiamo più ,non troviamo più particolari le gentilezze,riteniamo ridicola la tenerezza,non sappiamo definire un bacio,non riusciamo ad essere naturali con le cose naturali perché conosciamo solo le finzioni e quando c’è ne rendiamo conto il castello di carte crolla e non abbiamo più appigli perché abbiamo smesso di credere anche nei sogni non ci sorreggiamo più nemmeno attraverso quelli..

Cosa accade al nostro cuore,perché quando ci parla non lo ascoltiamo più,come mai non muoviamo un dito per far capire a chi si infila in situazioni poco raccomandabili che non si deve avere paura di parlare di coinvolgere persone di chiedere aiuto .

Non riesco a comprendere molte cose,non riesco ad essere molta cosa,non riesco a far combaciare la parola amore al dolore,non riesco ad immaginare qualcuno che dovrebbe starci accanto iniziare a colpire noi per la vigliaccheria di non colpire se stesso e le sue paure,i suoi timori,non voglio vedere altri corpi allungare la lista dei nomi di chi cade per mano dell’amore malato,non mi piace più questa vita non vita che in molti conducono credendo che questo sia il modo per stare al mondo,questa è sopravvivenza che si trascina fino a che non priva della vera vita qualcuno e questo non c’entra nulla con l’amore.

E come sempre è notte ,e come sempre i pensieri corrono veloci e come sempre non c’è spazio per vedersi sconfitti,e come sempre non manca la voglia di vedere il sole dietro a queste nuvole che sono tornate ad oscurare il cielo.

Cerco di iniziare il nuovo giorno,mi preparo il primo caffè,spalanco la finestra,respiro a pieni polmoni ,decidendo di uscire in giardino mi faccio avvolgere da questa pioggia che voglio lavi via davvero tutto questo orrore che deve smettere di fare rima con amore perché l’amore farà girare il mondo sempre e chi si permette di fermarlo per mano violenta ha già ucciso se stesso senza rendersene neanche conto.

lunedì 24 marzo 2014

Don Diego Della Valle, lo Zorro de noantri




Che Diego, comunemente indicato da chi non lo ama molto come “lu casettà” (il casettano, dalla frazione di Sant’Elpidio a Mare che gli ha dato i natali e dove tuttora risiede), non sia un distillato di simpatia appare evidente e, del resto, egli stesso non compie grandi sforzi per rendersi simpatico. Tuttavia, nonostante nel Piceno, al quale eppure dà lustro, collezioni miriadi di detrattori, egli diventa ogni giorno più interessante e accattivante. Lo diventa perché dice quello che gli altri si limitano a pensare, vedi gli attacchi alla dirigenza Fiat e, ultimo, quello all’ad di Ferrovie dello Stato, indicando, con quattro parole caustiche, quelli che sono innegabilmente mali pesanti del nostro tempo.
Ma Della Valle è soprattutto un esempio da seguire per i nostri imprenditori. Il nostro Zorro piceno, incredibile ma vero spende soldi per la propria città. Investe, don Diego, in servizi per i propri concittadini. Utilizza parte degli utili della sua azienda per dare servizi fondamentali ai propri dipendenti. E, assurdo anche solo a pensarci per i suoi colleghi calzaturieri, tutti intenti a finanziare questa o quella squadra sportiva, Diego della Valle spende soldi per la cultura!!!!
Che mister Tod’s abbia anche la proprietà della Fiorentina calcio lo sappiamo tutti. Ma ricordiamoci del Colosseo, ad esempio. E dei tanti piccoli e grandi investimenti che sta facendo a Casette d’Ete e a Sant’Elpidio a Mare. E pensiamo solo per un instante cosa potrebbe accadere se ogni imprenditore si comportasse nello stesso modo, partecipando delle spese per la collettività, promuovendo cultura. Immaginiamo cosa potrebbe diventare, ad esempio, la nostra regione e, in particolare, il nostro Piceno se tutti i piccoli imprenditori, commisuratamente alle proprie possibilità, investissero parte degli utili per far crescere il territorio, finanziando infrastrutture, recuperando i beni culturali di cui disponiamo in quantità ma che se ne stanno a macerare nel dimenticatoio.
Della Valle non è un missionario: quello che fa lo fa sia per senso civico sia perché ne ha un ritorno: pubblicità, immagine, credibilità. Questo vale anche per imprenditori più piccoli di lui. Ma è una questione di mentalità. E di sentirsi anche un po’ Zorro.

Luca Craia

sabato 22 marzo 2014

La Canzone di Noi - La Gara" - Quelli che ... non solo gospel

Per chi se lo fosse perso in Tv



Spazio ai cittadini - Divieto di fare ginnastica in strada - di Donatella Martelli



Inauguro con questa segnalazione della professoressa Donatella Martelli gli spazi dedicati ai cittadini.
 

Paese di vere eccellenze Montegranaro, dove non funzionano (ops...lampeggiano) i semafori ma le guardie comunali invece funzionano benissimo.
Così bene che, avvisate da un solerte cittadino, sulla presenza di alunni della scuola media che stavano facendo ginnastica in una parte di spazio antistante la terza palestra, si sono precipitate dalla Dirigente (momentaneamente assente), poi da me ad "notificarmi" il "divieto" di stare li', il tutto al cospetto di ragazzi increduli ed attoniti (oltreché eccezionalmente disciplinati ed educati).
Il motivo della presenza dei ragazzi al di fuori della palestra era legato alle favorevoli condizioni climatiche che evitavano ai miei alunni le malsane condizioni di una palestra particolarmente sporca.
Perché in tanti anni non ho mai visto una guardia comunale vigilare un senso unico che per molti unico non e'?
Perché in tanti anni non ho mai visto una guardia comunale in uno spazio sottostante a scuole e palestre molto frequentate, che viene preso per il circuito cittadino di Monte...carlo?
Perché in tanti anni non ho mai visto una guardia comunale in uno spazio adiacente e sottostante il senso unico, degradato da immondizia, siringhe e profilattici? E pure con un deposito di bombole di gas?
Complimenti per tanta solerzia e zelo!
La cittadinanza può dormire sonni tranquilli avendo una polizia municipale pronta ad intervenire in casi così estremi e delicati come quello appena descritto.

Donatella Martelli

Spazio ai cittadini



Giungono spesso, qui o su Facebook, segnalazioni di disservizi, malfunzioni e malcostumi da parte di cittadini montegranaresi e non. Tutto ciò ha sempre trovato spazio ma credo sia opportuno dare il giusto rilievo alle istanze della gente comune aprendo spazi opportuni per le segnalazioni. Invito quindi chi ne abbia voglia, necessità, piacere ad inviare le proprie a laperonza@fastwebnet.it. Le segnalazioni dovranno essere firmate ma potranno essere pubblicate, su richiesta, anche in forma anonima.

Luca Craia

venerdì 21 marzo 2014

I semafori devono stare accesi. Sempre.



I semafori non sono un lusso. Non sono un decoro stradale. Non sono una simpatica lucina. Sono fondamentali per la sicurezza stradale, specie in strade in cui, vuoi per la velocità, vuoi per particolari condizioni di visibilità, gli incroci diventano pericolosi fuori da ogni misura. Spegnere i semafori in queste strade equivale a prendersi un’enorme responsabilità.
Così capita che, domenica 17 marzo, mentre in paese c’era la fiera, a Montegranaro qualcuno ha pensato bene di spegnere i semafori della circonvallazione. L’impianto regola il flusso da via Umbria e via Lazio, strade dalle quali l’immissione nella circonvallazione risulta particolarmente disagevole per via della visibilità scarsa e della velocità che normalmente, nonostante i divieti, le vetture che transitano per la strada principale portano. È un punto pericolosissimo e la cosa è nota, molto nota, a causa anche di eventi luttuosi che dovrebbero fare da monito ma, purtroppo, non lo fanno.
E domenica 17, verso l’una del pomeriggio, ricapita un altro fattaccio, l’ennesimo. Grazie al cielo non si è fatto male nessuno ma i danni sono enormi. Una vettura che proveniva da via Umbria alta ha trovato il semaforo spento. Per poter vedere se la strada fosse libera ha dovuto sporgersi e, così facendo, è stata investita da un’altra vettura che transitava in circonvallazione. Risultato: una macchina nuovissima distrutta, l’altra messa più o meno nelle stesse condizioni e, a norma di codice della strada, torto marcio da parte del conducente della prima auto. Solo che la responsabilità è di chi ha spento i semafori. Si fosse fatto male qualcuno?
I semafori non si possono spegnere. Nemmeno se si rompono. È necessaria una procedura d’urgenza in caso di guasto, con intervento di manutenzione immediato e regolazione del traffico manuale. Non si può lasciare un tratto di strada come quello senza regolazioni. Nel caso non fosse possibile fare altro, la strada va chiusa. Non si può mettere a rischio la vita delle persone così.

Luca Craia

Nazzareno Di Chiara, la candidatura, l’opportunità politica e la correttezza.



Apprezzo molto la schiettezza di Nazzareno Di Chiara, che oggi sulla stampa finalmente chiarisce quale sia il punto di correttezza suo e, probabilmente, del gruppo del quale si fa portavoce (che, come sempre, ha sovrabbondanza di portavoce) riguardo ad eleggibilità e candidabilità. In sostanza Di Chiara ci spiega, con estrema naturalezza, come dalle sue parti (comprendendo l’amico fedele Di Battista, si capisce) sia ritenuto politicamente opportuno ancorchè legale candidarsi, raccogliere voti, e poi scegliere quale carica interessa di più, se quella istituzionale provinciale o quella comunale. Quindi, se la lista Gismondi vincesse le elezioni, Di Chiara potrebbe scegliersi un incarico di prestigio a Montegranaro, se perdesse resterebbe comodo comodo dov’è. Oppure potrebbe scegliere comunque l’incarico attuale lasciando il suo posto (e i voti da lui portati) a qualcun altro. Ora, questo è senz’altro legale, ma io, da elettore, un tantino preso per i fondelli mi ci sento.

Luca Craia

giovedì 20 marzo 2014

La risposta di Tipicità




Per dovere di cronaca e correttezza pubblichiamo la risposta della Segreteria di Tipicità alla mail di Dino Gazzani pubblicata in precedenza (http://laperonza.blogspot.it/2014/03/disservizi-tipicita.html). Giudizi e considerazioni ai lettori.

Gent.mo Sig. Gazzani,
La ringraziamo per la Sua mail che ci offre la possibilità di chiarire punti rilevanti relativi all’organizzazione di una manifestazione.
È inutile sottolineare quanto lavoro comportino le dimensioni e la struttura stessa di Tipicità: avendola visitata se ne sarà sicuramente reso conto.
Siamo veramente dispiaciuti, sia per Lei che per tutti gli altri utenti che si sono trovati nella sua stessa situazione, per il disagio causato dall’impossibilità di uscire e rientrare a Tipicità. Ci teniamo però a sottolineare che non è Tipicità, o il comune di Fermo, a stabilire le regole, che esistono e, quindi, è giusto che vengano rispettate.
Nel corso degli anni, molte persone ci hanno chiesto di utilizzare la celeberrima “contromarca” che, obiettivamente, potrebbe risultare risolutiva in questi casi. Purtroppo la procedura da attuare per potersene avvalere è talmente complicata e macchinosa da non risultare idonea a manifestazioni di carattere temporaneo. La fattispecie di Tipicità rientra nel campo di applicazione relativo agli spettacoli (come ad esempio cinema, teatri, musei,…) per i quali, nel momento in cui la matrice viene staccata dal biglietto, lo stesso si reputa annullato ed è di conseguenza considerato un bene “goduto”. Le discoteche, invece, utilizzano contromarche e timbri, poiché si configurano come attività a carattere continuativo, per le quali tale tipo di procedura diventa, per certi versi, semplificata e semplificativa.
Ma non vogliamo assolutamente tediarla con ulteriori spiegazioni di carattere tecnico, bensì semplicemente renderla edotta del perché a Tipicità venga applicata la regolare normativa relativa agli spettacoli.
Per quanto riguarda il personale con il quale Lei ha interloquito in questa specifica situazione, da ciò che Lei scrive ci sembra di capire che L’abbiano ben indirizzata, che Le abbiano fornito le giuste indicazioni e risposto esaurientemente ai suoi quesiti sulla base di tutti gli strumenti che avevano a disposizione. Naturalmente non erano nella condizione di contravvenire alle regole, come è giusto che sia.
Un discorso a parte merita il suo commento sui “5 ragazzi che si giravano i pollici”. Quei ragazzi sono studenti dell’Istituto Tarantelli di Sant’Elpidio a Mare, che vengono a Tipicità non “sottopagati”, anzi, “non pagati affatto”, nell’ambito di un rapporto di collaborazione con l’Istituto stesso per stage formativi. Questi ragazzi, probabilmente, in quel momento aspettavano istruzioni o stavano semplicemente prendendosi un minuto di pausa. Le possiamo assicurare che, nei tre massacranti giorni di Tipicità, questi ragazzi hanno dato veramente il massimo, impegnandosi con tanta volontà ed attenzione, difficilmente riscontrabile negli adulti e, pertanto, ancora più sorprendente negli adolescenti.
Nella sua lunga mail, Signor Gazzani, non ha però espresso pareri sulla manifestazione che riteniamo Lei abbia apprezzato, visto che ha manifestato l’intenzione di ritornare.
Ci auguriamo di aver chiarito i suoi dubbi e soprattutto che, grazie a queste delucidazioni, Le sia più chiaro il motivo per il quale ha ricevuto determinate risposte “dal vivo”.
La aspettiamo a Tipicità 2015.

Cordiali saluti
La Segreteria

P.S.: Desideriamo tranquillizzarla in merito ai nostri ospiti. Non solo Giuliani e Veronesi, ma tutte le delegazioni ospiti di Tipicità, in primis il Sud Africa, hanno lasciato Fermo estremamente soddisfatte, esprimendo la ferma intenzione di essere nuovamente presenti e protagonisti alle prossime edizioni di Tipicità.


Viva Casapound che imbratta le fontane e promuove Montegranaro.



Il mio plauso e le mie lodi ai due giovani virgulti casapoundiani montegranaresi che tanto lustro stanno dando alla nostra amata terra portando le loro leggendarie gesta epiche oltre i confini provinciali per far conoscere il messaggio che tanto li cruccia: l’Europa vuole il sangue dei cittadini. Ora, grazie al loro gesto in quel di Senigallia, finalmente prendo coscienza dei veri problemi che attanagliano il nostro tempo. È proprio imbrattando fontane, sporcando muri, appiccicando manifesti abusivi, incitando all’odio razziale e alla violenza che i giovani fascisti del nuovo millennio aprono le menti della gente e divulgano il loro credo. E quando le menti non si aprono da sole si può sempre usare un mezzo meccanico. E allora grazie, giovani tartarugati, per insegnarci a vivere e per far sì che il nome di Montegranaro venga conosciuto anche nella lontana provincia di Ancona.

Luca Craia

Disservizi a Tipicità



Ricevo e pubblico volentieri la mail dell’amico Dino Gazzani in quanto testimonianza di come a volte belle inziative, come Tipicità, vengano rovinate da negligenze, disservizi, approssimazione. Non aggiungo altro perché Dino è estremamente esaustivo nel suo scritto. A voi la lettura.

Sono Dino Gazzani, cittadino di Montegranaro (FM).
Scrivo a tutti voi in quanto organizzatori o collaboratori dell'evento-festival Tipicità presso il Fermo Forum per manifestarvi tutta la mia indignazione riguardo al trattamento ricevuto ieri mattina da parte dei responsabili dell'info-point e quindi, di riflesso, da parte vostra.

Dovendo uscire dal Forum per motivi personali (che non sto qui a specificare ma che possono essere i più disparati, non è certo questo il punto), ho comunicato ad uno dei due ragazzi posti presso i tornelli di ingresso la mia intenzione di uscire per poi rientrare a breve. Mi è stato detto che non potevo farlo e che se avessi voluto rientrare, una volta uscito, avrei dovuto pagare l'ingresso per intero. Nuovamente, dato che non sono entrato con pass o sconto o quant'altro. Tale provvedimento veniva usato con tutte le persone che stavano manifestando il mio stesso proposito.
A questo punto, mentre gli altri sventurati, storcendo il naso, sono o usciti o rientrati al Forum, ho chiesto al ragazzo dove avrei potuto sporgere reclamo e sono stato indirizzato all'info-point. Recatomi colà, ho chiesto chi dovesse accogliere il mio reclamo ed ho esposto il problema alla ragazza che si è resa disponibile. Anche lei mi ha detto che l'uscita temporanea dal Forum non era possibile e alla mia richiesta sui motivi che ha spinto l'organizzazione a prendere un simile provvedimento mi è stato risposto, più o  meno alla lettera, che "sarebbe troppo complicato per noi controllare tutti quelli che escono e rientrano, così non permettiamo a nessuno di uscire per poi rientrare senza ripagare il biglietto di ingresso". La risposta mi ha lasciato alquanto sbigottito visto che mi si stava dicendo che un biglietto di ingresso ad una fiera limitava di fatto la mia libertà personale e la mia agitazione ha richiamato l'attenzione di un ragazzo "più maturo" che mi ha ripetuto lo stesso concetto aggiungendo a supporto delle sue/vostre ragioni il fatto che ogni altro locale aperto al pubblico (ad es. un cinema) si comporta allo stesso modo. Al di là del fatto che al cinema (almeno quelli che frequento io) ti fanno uscire e rientrare tranquillamente durante la proiezione (e ci mancherebbe altro!), ho fatto presente che avrei mostrato lo stesso biglietto che avevo comperato prima magari con segno di riconoscimento sopra apposto e che, in ogni caso, non spetta a me o agli utenti come me provvedere al disservizio. Sempre più allibito, ho chiesto, inoltre, se per caso, senza accorgermene, fossi entrato in un penitenziario o fossi stato fatto prigioniero. A questo punto il ragazzo, SENZA DIRMI ASSOLUTAMENTE NULLA!!!, se n'è andato nel retro mentre la ragazza con cui avevo parlato in precedenza si era nel frattempo dedicata ad un'altra signora che aveva chiesto informazioni al banco. Gli altri ragazzi dell'info-point lì presenti (almeno 5!) parlottavano allegramente tra di loro girandosi i pollici..... 
Me ne sono andato visibilmente alterato, promettendo che mi sarei rivolto altrove. Ed eccomi, infatti, a voi.

E' evidente che le direttive sulle limitazioni al rientro al Forum sono state impartite direttamente dai responsabili dell'organizzazione dell'evento. Se una cosa è risultata chiara è che il comportamento dei ragazzi con cui ho dovuto relazionarmi è stato omogeneo, avendomi tutti dato le stesse indicazioni. Quindi, benchè sia stato con loro che me la sono presa è con voi che sono adirato.
Innanzitutto sarei curioso di sapere da voi quale evento/fiera/festival o come lo vogliate chiamare non permette a nessuno di poter uscire e rientrare senza dover pagare una "tassa di rientro". A me non è mai capitato altrove: vi prego di dirmelo in modo da evitarli accuratamente come farò ed inviterò a fare in futuro per Tipicità. Vi chiedo inoltre come vi sentireste voi se qualcuno vi impedisse di entrare e uscire da una fiera per cui avete già pagato l'accesso senza pagare la "tassa di rientro". Qualcuno di voi è mai stato in vita sua un normale utente di un normale servizio?
Mi è stato fatto presente che non sarebbe troppo complicato controllare chi entra e chi esce. Se non ne siete capaci, sappiate che esistono delle società che lo fanno per PROFESSIONE, i servizi di security che lavorano DI SOLITO presso eventi di questo genere ma anche presso qualsiasi esercizio pubblico o locale di pubblico intrattenimento o di pubblici spettacoli. Se rivolgersi a dei professionisti comporta un aggravio dei costi, agite di conseguenza aumentando il prezzo degli stands e quello dei biglietti. Evitate per favore di lasciare gestire l'ingresso a un manipolo di ragazzini ma IMPEGNATEVI A FORNIRE UN SERVIZIO DI QUALITA'.
Capisco che all'entrata e soprattutto all'info-point servano ragazzi giovani e di bella presenza ma sarebbe troppo chiedere che siano anche in grado di risolvere problematiche diverse dalla semplice informazione sulla localizzazione del bagno, senza troncare di punto in bianco la conversazione e lasciando l'interlocutore a se stesso? Per carità: viva la gioventù e spazio ai giovani...... Credo però che quelli incontrati ieri siano solo stati usati per svolgere delle mansioni per cui non sono assolutamente formati e, vista la giovane età, pagarli meno, sempre ammesso che vengano pagati.
Nel caso in cui non debbano essere loro ad accogliere il mio reclamo, è mai possibile che non ci sia nessun'altro delegato a farlo o che i ragazzi non ne siano a conoscenza? E' mai possibile che debba farlo ora, per iscritto via mail? Intanto sono uscito, direte voi ed è questo quello che conta, no?
Il festival si propone di mostrare le eccellenze della Regione Marche, soprattutto nel campo della manifattura e dell'enogastronomia ed infatti le aziende e i produttori della nostra Regione figurano sempre ottimamente. Evidentemente dalle eccellenze restano escluse la CULTURA DELL'ACCOGLIENZA e la QUALITA' DEI SERVIZI visto in che modo chi a questo DOVREBBE ESSERE deputato accoglie e serve i propri stessi CITTADINI. 

Marche: l'Italia in una Regione. Spero che gli espositori giuliani e veronesi ospiti al Festival di quest'anno non si lamentino troppo di essere rappresentati in tal modo.


sabato 15 marzo 2014

La rappresentanza politica delle teste pensanti



Raramente il governo che si ha è il miglior governo possibile. Raramente la coalizione che vince le elezioni è la coalizione migliore possibile. Raramente chi vince le elezioni rappresenta la maggioranza assoluta degli elettori. Questo perché le teste pensanti, le persone intelligenti, quelle che conoscono o cercano di conoscere i problemi, quelle che ragionano sui problemi, quelle che pensano che la soluzione dei problemi passi attraverso il raziocinio e non la favola elettorale di turno, pur essendo sostanzialmente maggioranza, non riescono a farsi rappresentare. Le teste pensanti pensano con la loro testa e si distribuiscono tra le varie proposte politiche. Alcune rifiutano addirittura di essere rappresentate e rinunciano al diretto elettorale. Questo porta al frazionamento del raziocinio, e le teste pensanti si dividono in tanti rivoli che, proprio perché pensanti con la propria testa, non riescono a confluire. Le teste non pensanti, invece, amano la favoletta, e il più bravo a raccontarla ottiene il loro consenso e le rappresenta. Ecco perché, di solito, il vincitore non rappresenta la maggioranza dell’elettorato ma solo la parte che pensa di meno. E chi pensa si deve rassegnare.

Luca Craia

venerdì 14 marzo 2014

Arkeo: si elegge il nuovo direttivo.



Scaduto il triennio di carica per l’attuale Direttivo di Arkeo, è ora di procedere all’elezione del nuovo organi di governo dell’Associazione che la reggerà per il prossimo triennio. Per questo pubblico l’atto di convocazione dell’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci che procederà all’elezione del Direttivo che, a sua volta, eleggerà al suo interno le cariche sociali ivi compresa quella del nuovo Presidente.



Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Culturale Arkeo – Montegranaro

CONVOCA

per giovedì 27 marzo 2014 alle ore 18.30 in prima convocazione e alle ore 21.30 in seconda convocazione, presso la sede dell'Associazione in via Castelfidardo a Montegranaro

L’ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEI SOCI

per la discussione del seguente

ORDINE DEL GIORNO

1)      relazione attività svolte
2)      presentazione del bilancio consuntivo 2013
3)      elezione nuovo consiglio direttivo.

Il nuovo Consiglio Direttivo, una volta eletto, procederà all'elezione delle cariche interne e del Presidente.
In fede




Il Presidente                                                                                                             Il Segretario
Luca Craia                                                                                                               Sabina Salusti

L’invasione dei volantini pubblicitari



Il centro storico conta un cospicuo numero di edifici disabitati. Magari non tutti sono fatiscenti, magari hanno anche un aspetto decoroso, e magari hanno una cassetta della posta. Così, quando i ragazzi che consegnano materiale pubblicitario fanno il loro lavoro infilando le brossure nelle cassette come in ogni zona della città, nella parte antica questo diventa un problema. La foto che vedete ritrae il cumulo di cartacce raccolte stamattina dagli uomini del Comune in un area piuttosto circoscritta. Vi posso garantire che tutto il centro storico è disseminato di volantini pubblicitari. Ciò comporta una situazione indecorosa di sporcizia e ulteriore degrado e i pochi mezzi del Comune possono poco, col personale ridotto che si ha, per contrastarlo. Come risolverlo? Magari richiedere maggiore attenzione da parte di chi consegna il materiale, magari i proprietari delle case vuote potrebbe scrivere “no pubblicità” sulla loro cassetta della posta. Magari il Comune potrebbe intensificare l’opera ordinaria di pulizia. Un po’ di buonsenso da parte di tutti, ecco come si risolve.

Luca Craia

La dama bianca e il Popolo della Libertà di fare come ci pare.



Pensare a una donna, inserita in un contesto di potere tanto da essere spudoratamente sfoggiata dal Presidente del Consiglio (fortunatamente ex) in un incontro internazionale, che si porti a spasso in valigia 24 chili di cocaina così, come fosse la farina per la pizza ti fa credere che stiamo parlando di una deficiente, delinquente ma deficiente. Invece, a pensarci bene e conoscendo certi ambienti, appunto, di potere, la spiegazione potrebbe essere un’altra, ossia che siamo di fronte all’ennesimo episodio di deriva da delirio di onnipotenza, la conseguenza estrema della Milano da bere, il risvolto ultimo della filosofia dell’estrema libertà intesa, per citare Guzzanti, come “facciamo un po’ come cazzo ci pare”, tanto non ci può fare niente nessuno. È lo stesso concetto che Berlusconi ha sempre adottato e promulgato, assimilato anche a livelli estremamente periferici da politicucci locali e satrapetti da quattro soldi, che ora beccano sorpresi avvisi di garanzia e condanne con lo stupore di chi è convinto di non aver fatto niente di male, di aver solo esercitato la propria libertà di fregarsene delle regole.

Luca Craia

giovedì 13 marzo 2014

La nuova coscienza del valore del centro storico.



Quello che appare evidente in questa prima fase della campagna elettorale, dal mio punto di vista e per quello che concerne le cose di cui mi occupo, è il nuovo e importante interesse verso le problematiche legate al centro storico e ai beni culturali cittadini. Se ben ricordiamo, cinque anni fa sia la politica che gran parte dei montegranaresi erano convinti che, sotto la piazza, ci fosse un grosso buco vuoto. Ora, invece, esiste la coscienza di un problema, e si sta formando il concetto di centro storico come bene comune, patrimonio della città, tesoro da recuperare e proteggere. Da qui la corale volontà di dare priorità assoluta a scelte che riqualifichino la parte antica della città, volontà finora espressa palesemente da tutte le forze in campo.
Ciò mi ripaga da anni di lavoro assiduo, faticoso, a volte ingrato, i cui risultati sembrava tardassero a venire. Mi occupo del centro storico da una vita, ma negli ultimi anni ho intensificato l’azione, fondando prima Città Vecchia e poi la mia attuale associazione, da cui un costola staccatasi recentemente ha creato un ulteriore sodalizio che lavora nella stessa direzione. Sono ben tre, quindi, le realtà che si occupano della questione, con modi e sistemi diversi e non senza profonde divergenze. Meglio sarebbe stato lavorare insieme ma, evidentemente, non è stato possibile. Tutto ciò rimane, comunque, una ricchezza della quale mi picco, senza falsa modestia, di aver dato il via.
Ora è presto per cantare vittoria: risolvere i problemi del centro storico è cosa estremamente complessa e necessità di lavoro e dedizione, volontà e passione. Ma registrare questa forte inversione di tendenza fa ben sperare. Perché se è vero che le promesse elettorali vanno poi scremate almeno del 95% una volta passate le elezioni, è altrettanto vero che, se il concetto è stato assimilato e metabolizzato dalla città, ora possiamo chiedere con maggiore forza quegli interventi imprescindibili di cui il nostro centro storico necessita. A chiunque vinca le elezioni.

Luca Craia