sabato 4 gennaio 2014

NO. L’ITALIA NON LA LASCIO

DI ANNA LISA MINUTILLO
Finiti i bagordi quando nell’aria c’è ancora l’odore del fumo acre dovuto all’esplosione di luce che per un po’ ha colorato il cielo mi ritrovo qui…
Giorni di melassa di belle parole ,di troppo zucchero quello zucchero che non fa altro che diventare stucchevole poi alla lunga e di cui si perderanno già da domani le tracce quando si verrà catapultati nuovamente nella quotidianità.
Ho visto le solite corse dell’ultimo minuto per l’ultimo regalo,ho visto i sorrisi falsi di persone che fino al giorno prima nemmeno si preoccupavano di chiedere come stai ?,ho visto le mani stringersi senza vitalità ,ho visto silenzi riempiti con frasi di circostanza che rimbalzano fra le pareti delle anime vuote di sentimenti,ho visto espressioni attonite fra gli scaffali dei ricordi dove tutti cercano qualcosa senza sapere cosa stiano cercando infondo,ho visto e come sempre non è scivolato via nulla e mi si è attaccata addosso la gentile indifferenza travestita da cordiale presenza non richiesta,invadente ed invasiva e non lo so ma questo non è ne Natale ne tantomeno coerente secondo me.
Non ho potuto fare a meno di notare la noia nelle espressioni di chi in metropolitana assiste ai “soliti”concerti improvvisati da chi senza una dimora ne occupazione cerca solo di sopravvivere per qualche ora con il ricavato del suo “lavoro”.
Ho visto le solite persone chiuse fuori al freddo,tenute lontane dalle palizzate di distacco e indifferenza che si sono create con il passare degli anni negli animi diffidenti di chi ha smesso di vivere ricordandosi il valore di un sorriso e di un abbraccio.
Ho visto la superficialità che ancora una volta ha fatto da padrona guidare tutti questi nuovi poveri alla ricerca di qualcosa che potesse stupire la compagnia degli amici frequentati,li ho visti recarsi alle agenzie di viaggio per prenotare la vacanza da trascorrere in compagnia per non far capire agli amici che la loro situazione economica non è più florida come una volta,li ho visti chiedere il pagamento a rate pur di non rinunciare alla recita che provano da troppi giorni ormai e che conoscono a memoria ,che suonano come un disco rotto tanto che non richiede di essere ripassata come si fa con la lezione da portare a scuola il giorno dopo.
Non ci sono parole da dire per chi pensa solo a correre da un lavoro precario all’altro per assicurare una serata diversa alla sua famiglia,non ci sono parole da spendere per chi ormai è in presidio da anni per difendere ciò che gli è stato maldestramente rubato,non ci sono parole per le persone che amano la verità,che ricercano la giustizia,che si battono per la difesa di un territorio che ogni giorno sceglie una rivolta differente per comunicarci che lo abbiamo martoriato e che non c’è la fa più ad andare avanti così,l’unico modo che ha è quello di fare la voce grossa,di farci tremare ,di portare fango e distruzione ovunque e di privarci di quel poco che abbiamo.
Non si spendono parole per chi ha subito violenza,per chi ha trovato la morte per mano di chi pensava la amasse così tanto quanto lei lo amava,non ci sono parole per quegli uomini smidollati che escono dal letto di casa loro per entrare in quello di una persona che non saranno mai in grado di amare come andrebbe amata e rispettata poiché prima di tutto non riescono ad amare loro stessi e le loro pseudo famiglie patinate che usano come facciata per non far capire alle loro famiglie in primis che razza di esseri infimi siano.
Non vi sono parole per chi non ama nel modo canonico,razionale,stereotipato che questa società ha prestabilito fosse il modo corretto di amare .
Non vi sono parole per chi ancora vorrebbe credere nei sogni,vorrebbe progettarla qualcosa di diverso dallo sfacelo a cui assistiamo inermi,disorientati,impacciati,per le nuove idee solo tasse e difficoltà enormi da superare.
Non vi sono parole per chi vuole disporre della sua persona e decidere di curarsi con un sistema non riconosciuto ma che potrebbe dare speranza ,non vi è più nemmeno il diritto di decidere come continuare a vivere o come scegliere di morire e questo non perché a qualcuno interessi così tanto delle vite altrui ma solo perché in questo modo non si speculerebbe sui farmaci di nuova generazione che spesso hanno fallito .
Non ci sono parole per chi si è tolto la vita a causa di una situazione insostenibile,perché oltre al lavoro ha perso la casa,la pace ,le relazioni sociali,l’amore,la voglia di sognare e di lottare e …beh tutto questo lo trovo molto strano.lo trovo penoso,lo trovo anche ripugnante per alcuni versi si mi ripugna da maledetti continuare a vivere circondata da questa indifferenza e da questi sorrisi carittatevoli che di caritatevole non hanno nulla.
Parole come fendenti quando non richieste,parole inesistenti quando si vorrebbero sentire,azioni da top manager quando non richieste,idee che si tengono nascoste e non si condividono quando potrebbero essere condivisibili e risolutive.
Affetto non richiesto che spesso è solo morbosa curiosità ,distacco fisico e mentale quando ci sarebbe da rimboccarsi le maniche.
Piazze gremite per i mercatini di Natale,piazze deserte quando c’è da protestare e da darsi da fare.
Non avrei potuto non guardare ,non voglia di spegnere i miei occhi ,non ho voglia di far tacere il mio cuore,non ho voglia di salmi e di predicozzi da quattro soldi ho voglia di verità nascoste,non ho voglia di indifferenza e di individualismo e lo voglio veder cambiare davvero questo mondo perché so che lo si può fare.
Sarebbe semplice per me abbandonare tutto e non è detto che non lo faccia prima o poi ma non riesco ad essere così indifferente da pensare solo a me,non capisco perché dovrei lasciare la nazione in cui sono nata e di cui dovrei essere fiera ,non capisco perché non ci possiamo reinventare qui ed ora,non capisco perché tacciamo e guardiamo dall’altra parte quando ci viene chiesto cosa possiamo fare.
Non capisco perché abbiamo perso la voglia di collaborare,di condividere,di aiutare e poi ci lamentiamo del fatto che nessuno si prenda cura di noi e finiamo con il diventare come le tante persone che contestiamo a parole ma che emuliamo con le azioni perché fa figo diventare i furbetti del nulla vero?
Non riesco a dare messaggi di distacco e silenzio,non riesco a vedere gli occhi dei bimbi dei figli di disoccupati tristi e sorridere perché non avendo figli non ho questo problema da fronteggiare,non riesco a tacere non riesco a non sentire questo mare di parole che mi si agita dentro e che mi allaga gli occhi,non riesco a far finta di nulla ..fatelo voi io sono fatta così:non stacco mai,non dimentico mai il cuore sul comodino la mattina prima di uscire di casa,non riesco a vedere le luminarie e non chi sta in un cartone che gli fa da casa,non riesco a non apprezzare la grande fortuna di avere ancora qualcosa da mettere nel piatto mentre c’è chi nemmeno questa cosa possiede più.
E dai che non ci piace questo mondo,e dai che lo cambiamo se vogliamo,e dai che siamo ancora in tempo ,e dai che se lo dice un comune mortale come me che non ha più molto da perdere ormai potete dirlo anche voi e poi….solo poi per me sarà Natale e l’anno che vorrei,l’anno del riscatto,delle passioni che volano libere,del rispetto che manca,dell’affetto prezioso,della vita che cresce,del silenzio che prende il posto dello sgomento,della libertà che alberga nel cuore di tutti noi.
L’abbraccio di luce più caldo che conosco a chi è disperato e non conosco.

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