venerdì 31 gennaio 2014

Il nuovo debito del Comune. La situazione. Le responsabilità. Le conseguenze.

Ciò che lascia sconcertati di tutta questa brutta storia della sentenza contro il Comune di Montegranaro, che lo obbliga a pagare alla controparte la ragguardevole cifra di € 1.100.284, è la modalità con la quale si è arrivati a tutto questo. Infatti, partendo dall’inizio, il Comune ha iniziato una pratica di esproprio con procedura d’urgenza per realizzare sui terreni espropriati le vie di accesso alla nuova chiesa di Santa Maria. Tali procedure, però, non sono state mai portate a termine né, tantomeno, è stato corrisposto ai proprietari dei terreni l’importo dovuto per il controvalore in denaro degli spazi utilizzati coattivamente. Ciò ha innescato nei privati coinvolti la richiesta di pagamento che si è evoluta nella causa civile contro il Comune per ottenere il giusto compenso, causa che, come ben sappiamo, il Comune ha perso. Vediamo, quindi, già da qui un’enorme negligenza da parte della pubblica amministrazione che avrebbe dovuto pagare il dovuto ai cittadini ai quali era stata sottratta la proprietà per motivi pubblici e che, a quanto pare, avrebbe pagato pochissimo anziché l’enorme cifra di oggi.
È sconcertante, poi, che nel 2011 sia giunta in Comune una proposta di transazione amichevole che richiedeva, per chiudere la pendenza, la bella cifra di € 300.000, bella cifra sì, ma quasi ¼ dell’attuale. La richiesta, regolarmente giunta negli uffici di piazza Mazzini direttamente dal Tribunale, non ha meritato nemmeno una risposta negativa.
Ora cosa accadrà? In Comune si sta valutando se fare ricorso in appello. Certamente non si farà appello nel merito della condanna, che sembra inoppugnabile. Si sta infatti valutando, con l’ausilio di esperti, la congruità della cifra imputata. Nel caso tale cifra risultasse incongrua si procederà al ricorso al fine di ottenerne la riduzione o di poter giungere a una nuova proposta di transazione amichevole, altrimenti non è intenzione del Commissario Ianieri di spendere altri soldi pubblici.
Si sta anche ragionando sugli scenari che si aprono dopo questa sentenza, partendo dal più svantaggioso. Si pensa a dilazioni e a finanziamenti per coprire l’uscita senza penalizzare troppo il bilancio attuale e quelli a venire.
Tutto l’incartamento verrà comunque inviato alla Corte dei Conti per le valutazioni del caso. È quindi pensabile che i responsabili di questo bruttissimo episodio, in cui s’è vista la negligenza del cattivo padre di famiglia anziché il contrario richiesto al pubblico amministratore, saranno chiamati a partecipare se non a coprire la somma che il Comune dovrà versare.
Quali siano questi responsabili non è difficile capirlo: Montegranaro è amministrato dalle stesse persona da quindici anni, le stesse persone che già stanno chiedendoci di dare loro il nostro voto.

Luca Craia

giovedì 30 gennaio 2014

Il più brutto momento della storia di Montegranaro



Come dicono quelli che leggono questo blog sporadicamente e, probabilmente, ne leggono solo i titoli perché gli articoli, forse, richiedono troppa attenzione, ora faccio quello che vede le cose negative. Purtroppo se fossimo in molti a vederle, queste cose negative, probabilmente non ve ne sarebbero così tante perché chi è preposto a far sì che le cose siano migliori presterebbe maggiore cura affinché le proprie negligenze non vengano rilevate.
Così, se i cittadini di questo disgraziato paesello del Piceno, memore di un’ormai antica quanto forse irripetibile prosperità, avessero prestato maggiore attenzione ai fatti della politica, quella politica tanto vituperata ma che, nel bene o nel male, regola le nostre vite, forse oggi non ci troveremmo con un Comune guidato da un funzionario, per quanto ottimo, ma non eletto da noi cittadini, e non ci troveremmo condannati a un futuro senza investimenti per far crescere la città, senza la possibilità di una progettazione, un futuro senza futuro, almeno nel breve-medio periodo.
La notizia del nuovo debito del nostro Comune, un debito enorme che svuoterà le casse comunali e per evitare il quale pare vi sia poco da tentare, appare come una condanna senza appello, una condanna che colpisce prima di tutto una scellerata classe politica che ha guidato la città negli ultimi dieci-quindici anni, ma che ricade sulle teste dei cittadini che, a veder bene, non sono del tutto incolpevoli.
Indicare questi amministratori come una disgrazia, condannarli per la loro incompetenza, per la loro negligenza, per la loro superficialità (senza tirare in ballo onestà e rettitudine) è inutile. Perché nemmeno chi era all’opposizione, istituzionalmente preposto a controllare e denunciare situazioni come questa, ha voluto o potuto scongiurare questo disastro. E nemmeno noi cittadini ci possiamo chiamare innocenti, noi che per ben tre consiliature consecutive abbiamo dato mandato agli stessi che, nel tempo, ci hanno regalato palazzetti dello sport scheletrici, torri filosofali spaziali costosissime, tantissime fontane, centri commerciali inutili e ci hanno privato di verde, strade percorribili, servizi efficienti, teatri e strutture pubbliche, un centro storico vivibile, una città dove poter pensare al futuro.
Ora torneremo a votare e dovremo scegliere sempre tra gli stessi soggetti che, privi anche di umano senso di pudore, verranno a convincerci che il loro progetto è il migliore, un progetto che sarà, in virtù del nuovo debito e di molti potenziali altri che verranno, sostanzialmente irrealizzabile, qualunque esso sia. I nomi dei responsabili li sappiamo ma si ripresenteranno a chiederci di rappresentarci.
C’è un lato positivo in tutto ciò, tanto per smentire quelli che leggono solo i titoli e che fino a questo punto dell’articolo non ci arriveranno: non avremo, nei prossimi cinque anni, torri multicolore e nuove mirabolanti fontane. Ma non avremo nemmeno ciò di cui abbiamo bisogno: servizi, manutenzione, una città efficiente. E chiunque vinca le prossime elezioni in realtà avrebbe fatto meglio a perdere. Perché se è onesto dovrà amministrare debiti. E se non lo è ne contrarrà di nuovi. Che tutti noi, come sempre, pagheremo.

Luca Craia

domenica 26 gennaio 2014

Aperture mensili di Sant’Ugo: buona la prima



Ottima affluenza di pubblico alla Chiesa (Cripta) di Sant’Ugo quest’oggi per la prima domenica di apertura sistematica. Sono venute una trentina di persone, molti Montegranaresi che non l’avevano mai vista, sfidando un freddo davvero glaciale. Buona la prima, quindi, accogliendo anche qualche buon suggerimento da parte di visitatori da fuori che hanno trovato difficoltà a trovare la cripta, per il quale provvederemo a fornire migliori indicazioni sul nostro sito attendendo le indicazioni stradali che, si spera, il Comune vorrà approntare.
Prossima apertura domenica 23 febbraio.

Luca Craia

La campagna elettorale più anomala della storia.



Talvolta penso che a Montegranaro siamo strani, che abbiamo un dna particolare o forse che i fumi del mastice per scarpe che si propagano nell’aria ci facciano degli strani effetti. E la stranezza è evidentissima in questa campagna elettorale incipiente che promette davvero fuoco e fiamme. Già la presenza di cinque liste (fino ad ora, ma non poniamo limiti al frazionamento) simboleggia come funzionino le teste qui al paesello, ognuno a remare per la sua rotta, ognuna a zappare il suo orticello. E poco conta che, così facendo, chiunque vincerà sarà minoritario. Facciamo due conti: 9000 votanti circa, mettiamo un’astensione del 30%, così, per fare un’ipotesi, rimangono in ballo 6.300 voti da ripartire per 5. Significa che per vincere basterebbero 1300 voti, 1/8 circa dei votanti. Bel risultato!
Allora ecco i “Ribelli” (non quelli di “Pugni Chiusi”, tutt’altri ribelli) che rompono gli indugi e ci tranquillizzano sul fatto che ci sarà anche la loro lista. Ci sarà ma non per dividere ulteriormente, anzi. Stanno contattando altri, come Giovanni Mariani, che però preferisce fare la quinta lista nonostante, dice, abbia parlato con Gianni Basso che lo ha invitato a collaborare. Strano, perché Giacobbi, invece, afferma che Basso è irremovibile sul fatto di non partecipare. Ma una telefonata a Mariani deve averla sprecata per favorire la lista dei Ribelli. Mah…
Intanto Gismondi muove le sue pedine: dall’inarrestabile Lucentini che ha improvvisamente scoperto quanti voti possa portare l’associazionismo, a inviti dal pulpito a non “criticare l’ex sindaco”. Conta sull’effetto emotivo del tradimento che tarda a spegnersi, conta sulla propria simpatia e sulla benevolenza che si è guadagnato nei cittadini, conta anche su un certo numero di voti che potrebbero arrivare a sorpresa da aree politiche non allineate ma che sembrano decisamente in contrasto con i partiti di appartenenza, anche grazie, appunto, alle manovre del suddetto Lucentini.
Quelli che in partenza sembravano i più strani in questo momento sembrano i più concreti: la Lista Stranamore presenta un bel candidato e parla di programmi, cosa al momento piuttosto unica nel panorama cittadino. In attesa che scendano in campo i Pentastellati che, al momento, danno scarsi segnali.


Luca Craia

Quelli che… portano il nome di Montegranaro nel mondo. Il gospel in TV.



Abbiamo cose di cui vantarci a Montegranaro, cose che danno davvero lustro alla nostra città e lo fanno in un settore, quello della cultura, dove non è facile emergere e dove emergere significa avere davvero qualità notevoli. Questo fa il gruppo Quelli che… non solo Gospel, coro eccellentemente diretto da Valentina Botticelli e composto da voci totalmente montegranaresi che sta facendosi notare nel mondo della musica internazionale e non solo, partecipando a rassegne, vincendo premi, dando sempre uno splendido esempio di come la passione possa diventare qualcosa di veramente importante.
Saranno in televisione, su un canale nazionale, lunedì 27 gennaio alle ore 17.30 su Tele 2000, canale del digitale terrestre. È la Montegranaro che da soddisfazioni, che porta la nostra cultura nel mondo, che fa conoscere le nostre capacità a tutti. Oltre al campanilismo, che pure è legittimo e ci sta, va davvero un plauso convinto a questi coristi dei quali dovremmo essere tutti orgogliosi.

Luca Craia

martedì 21 gennaio 2014

Pattinaggio artistico per le vie del centro





È ovvio (e ci mancherebbe altro) che noi residenti del centro storico dobbiamo essere più che grati del fatto che si stiano finalmente aprendo tanti cantieri per ristrutturare altrettanti ruderi. Però ogni medaglia ha il suo rovescio e, in questo caso, il rovescio è piuttosto scivoloso. I mucchi di sabbia edile, la polvere delle demolizioni, cementi e malte, il vai e vieni di macchine operatrici depositano in strada un’importante quantità di materiale polveroso. Sporco sì, ma tollerabile finchè è asciutto. Il problema sorge con la pioggia o, peggio ancora, con la nebbia. L’acqua impasta la polvere formando a terra una patina viscidissima e scivolosissima che rende pericoloso il transito pedonale. In sostanza si pattina come e peggio che sul ghiaccio. Come ovviare al problema? Ovviamente pulendo sistematicamente la strada, cosa che andrebbe comunque fatta, a maggior ragione in questo caso per il quale si mette a rischio la sicurezza dei cittadini. Purtroppo nel centro storico non vediamo qualcuno a pulire dai tempi dei dinosauri, per cui forse è ora di provvedere.

Luca Craia



Lo stato dei lavori a SS.Filippo e Giacomo



A margine del concerto di Lorenzo Antinori di domenica pomeriggio, essendo la serata dedicata al restauro della Via Crucis di SS.Filippo e Giacomo, don Umberto ha voluto fare con i presenti il punto dello stato di avanzamento dei lavori di restauro della chiesa. Ci ha quindi rassicurati sulla celerità e precisione con cui la ditta incaricata sta procedendo tanto da far pensare ad un tempo ragionevolmente breve per la chiusura del cantiere. Per ora si sta ultimando la posa in opera delle capriate in acciaio che sosterranno le vecchie in legno danneggiate dal vecchio restauro. Una volta ultimata la sistemazione del tetto si passerà all’impiantistica e alle finiture interne.
Don Umberto ha tenuto a precisare che i lavori appaltati comprendono il consolidamento strutturale della chiesa, l’impiantistica e alcune finiture come la pavimentazione. Resteranno però esclusi lavori importanti di restauro soprattutto per quanto riguarda la parte pittorica, specie della volta, per la quale sarà necessario attingere ad altri fondi. Questi erano stati promessi più volte dallo Stato ma ancora non ve n’è traccia e quello che si sta facendo è finanziato dalla Cei e dalla Parrocchia stessa, con grandi sacrifici. La speranza è di poter riavere questo splendido tempio nel suo antico splendore.
Siamo anche stati informati che la cappellina dedicata alla Madonna di Lourdes è stata abbattuta. Questo dispiacerà certamente a molti Montegranaresi (non a me, la consideravo un obbrobrio, specie in quel contesto architettonico) ma è bene sapere che la sua demolizione ha consentito la scoperta e la riparazione di un gravissimo danno strutturale alla parete esterna che, altrimenti, sarebbe rimasto latente con conseguenze facilmente immaginabili. Al suo posto verrà ricavata una cappellina dedicata alla custodia delle reliquie del Beato Ugo.
Il fatto di avere scongiurato il potenziale crollo della preziosa chiesa e di poterla riavere presto aperta e funzionante va accolto come un grande passo avanti nel recupero del nostro patrimonio storico e artistico, e di questo dobbiamo ringraziare la sensibilità e il coraggio di don Umberto. Certo che un maggior coinvolgimento della città intesa come comunità e come politica potrebbe portare a risultati ancora più soddisfacenti.

Luca Craia

lunedì 20 gennaio 2014

Unicam. Le considerazioni di Simone Pirro (e le mie)



Simone Pirro, portavoce della coalizione “Io sto con Gastone” ed ex presidente di Città Vecchia, risponde al mio articolo “Il progetto sul centro storico di Gismondi-Pirro? Mi pare che non c’è.” (http://laperonza.blogspot.it/2014/01/il-progetto-sul-centro-storico-di.html#comment-form) in questo modo. Mi pare opportuno dare il giusto rilievo per poi replicare a mia volta.

Il progetto redatto dall'UNICAM c'è eccome, tanto che al convegno di presentazione e raccolta di proposte ed opinioni (Associazioni comprese), tu eri presente in aula (Oratorio S.Giovanni Battista), quindi sai anche che i Professionisti ci sono ed hanno un nome ed un cognome:
- Piergiorgio Bellagamba, Architetto, Professore ordinario in Urbanistica, Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno.
- Paolo Santarelli, Architetto, PhD researcher, Scuola di Architettura e Design di Ascoli Piceno.
Per quanto riguarda la questione degli studenti, anche se non vi hanno lavorato spendo volentieri un pensiero per loro, perchè penso meritino il massimo rispetto (il mio quanto il tuo) in quanto saranno loro i professionisti di Domani, ed è bene non dimenticarlo mai.
Il programma sul centro storico è molto ambizioso, ma con i piedi ben saldi a terra, con l'intento di farlo rivivere a 360° (anche dai giovani) e mi rincresce il fatto che dopo anni di lotte sia proprio tu ad esserne perplesso...
Chiudo dicendoti che se vorrai visionare il lavoro svolto, il mio numero lo sai, sarò lieto di confrontarmi con te (perseguiamo lo stesso fine), ma ti RIBADISCO ancora una volta, che la questione legata alla bocciatura del bilancio nell'autunno scorso, ha di fatto sospeso il rapporto con TERRE.IT (http://www.terrepuntoit.eu/) con tutte le conseguenze del caso riguardo ad una sua pubblicazione, proprio perchè intercorre un rapporto tra Professionisti.

Simone Pirro

Simone Pirro parla del progetto Unicam come se lo conoscesse bene. Ed è questo che non capisco: dov’è questo progetto? In mano a chi è?
Un altro punto: è vero che ero presente alla presentazione del progetto. Ma era solo una presentazione, appunto. Il lavoro sarebbe stato svolto dopo. In questo lasso di tempo non sono mai stato consultato né come rappresentante dell’associazione più attiva in termini di monitoraggio dello stato del quartiere né come cittadino residente. E non mi risulta che siano stati consultati altri residenti. Quindi il progetto è stato redatto, immagino, nel chiuso dello studio di chi ci ha lavorato. Sarebbe stato più produttivo ascoltare le problematiche reali dei residenti e di chi ci opera economicamente e socialmente. Del resto lo stesso allora Sindaco Gismondi disse che il lavoro doveva essere arricchito “dal contributo che potrà venire dalle associazioni cittadine, a partire da Città Vecchia che organizza questo incontro insieme a noi, che vorranno dare un loro contributo per stilare un'idea progettuale da cui partire per avviare un discorso serio e condiviso di recupero”. E Santarelli ribadiva: “il tema va affrontato in maniera condivisa, non può essere deciso nelle segrete stanze”. Con chi si è condiviso il tema? È stata contattata solo Città Vecchia?
Ancora: le parole lette sul giornale circa un rilancio del centro storico attraverso “wi-fi” ed eventi vari fanno comprendere come sia ancora lontana la reale comprensione del problema in essere. Ci sono delle emergenze da risolvere con estrema celerità. C’è da equiparare la qualità della vita dei residenti nel centro storico a quella degli altri cittadini montegranaresi. Ci sono fattori di rischio notevoli che vanno rimossi in fretta. Poi è necessario mettere in campo strategie per ripopolare il quartiere, ma wi-fi ed eventi servono ad attirare l’attenzione, non a risolvere i problemi.
Altra considerazione: non conosco il progetto e quindi non posso dare un giudizio su di esso. Rimane però il fatto che l’amministrazione Gismondi, come temevamo all’inizio, ne ha fatto un alibi per non operare in questo campo, lasciando il centro storico senza alcun intervento sostanziale, eccezion fatta per quelli improcrastinabili, per un lunghissimo periodo.
Concludo: sono curiosissimo di vedere questo progetto ma non lo vedrò in privato con chicchessia (nemmeno con Simone Pirro che, ribadisco, non capisco come l’abbia in mano) perché ritengo che sia un bene pubblico, pagato con soldi pubblici, che debba essere a disposizione di tutti. Infatti, la domanda che più che altro mi pongo è questa: come mai il portavoce della lista Gismondi, in lizza per la campagna elettorale, ha in mano un progetto finanziato dal Comune e questo progetto non è stato reso pubblico?

Luca Craia

Un bel pomeriggio con l'organo Paci suonato da Lorenzo Antinori



Molto ben riuscito l'appuntamento col nostro organo Paci suonato magistralmente da Lorenzo Antinori. La magistralità del Maestro Antinori è cosa nota e il pubblico, piuttosto numeroso per gli standard di Montegranaro, ha molto apprezzato. La particolarità dei concerti di Antinori è che l'artista, essendo anche fine musicologo oltre che ottimo strumentista, spiega e contestualizza storicamente ogni pezzo che esegue, fornendo un'interessante connubio tra arte e storia che si sposa perfettamente con gli scopi della nostra associazione.
Desidero ringraziare tutti i presenti per la sensibilità dimostrata anche nella partecipazione alla raccolta fondi per il restauro della Via Crucis della chiesa dei SS.Filippo e Giacomo, restauro che partirà a giorni a carico della parrocchia al quale la nostra associazione contribuisce con queste iniziative. Il restauro del Crocifisso di S.Ugo, che partirà a brevissimo, è a totale carico di Arkeo.
Ringraziamo anche Lorenzo Antinori per la splendida serata che ci ha offerto sperando di sentirlo di nuovo all'opera quanto prima.

Luca Craia

Bufale per il pensiero unico. Facciamo attenzione!





Segnala l’amico Stefano nel gruppo “Occhio alla Bufala” di Facebook, al quale vi suggerisco di aderire (https://www.facebook.com/groups/okkioallabufala/) una foto che gira da un po’ sul social network e che mi pare interessante per capire quanta disinformazione si mette in giro ad hoc per plasmare nei cittadini un sentimento sempre più qualunquista e con quanta superficialità tali notizie vengono assimilate e divulgate.
La foto è quella che vedete qui sotto




Dice Stefano:
Già un post che in cui c'è scritto VergognIa dovrebbe suscitare qualche dubbio. 2) Un Congolese che si chiama Ubuntu come il sistema operativo che deriva da Linux... beh desta più di qualche domanda. 3) Una famiglia che con due bambini è al secondo posto in una fantomatica classifica di case popolari, dovrebbe svegliare anche i più italioti, e invece niente... ma soprattutto la cosa più assurda è che Ubuntu venga anche intervistato e faccia Film.
 http://www.youtube.com/watch?v=e8WkEoJZSTw infatti in America si chiama Chris Tucker, attore protagonista della trilogia Rush Hour per intenderci (con Jackie Chan)... altro che pregiudicato che vive in un bilocale messo a disposizione dal comune.

Ancora più incredibile è il personaggio a destra. Il piemontese incensurato che vive in un parco in realtà vive in penitenziario da qualche decennio. Si tratta di Charles Manson, famoso per essere stato il carnefice di Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski (http://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Manson).

 




Mi permetto un consiglio. Non prendete per oro colato tutto quello che trovate in rete, specie sui social network. Più che oro spesso è materiale organico maleodorante. Controllate, verificate e solo quando siete sicuri credeteci e condividete. Altrimenti si fa soltanto il gioco di chi vuole creare un pensiero unico, sempre che di pensiero si possa parlare.

Luca Craia

sabato 18 gennaio 2014

Niente veglione Scout. Tempi bui a Montegranaro



È una brutta notizia quella della mancata concessione del palasport al gruppo Agesci per il tradizionale veglione di carnevale. Non è brutta tanto per la festa che non ci sarà o, forse, ci sarà ma altrove, quanto perché è l’ennesimo tassello di un puzzle che raffigura una Montegranaro che va in pezzi: il teatro La Perla inagibile, l’Officina delle Arti al freddo e, quindi, inutilizzabile e ora anche il palazzetto dello sport.
Dire che sia colpa del Commissario Prefettizio, a detta di molti troppo rigido e ligio al dovere e alle regole, è completamente sbagliato. Le regole ci sono e debbono essere rispettate anche perché riguardano la pubblica sicurezza sulla quale mi pare ci sia poco da scherzare e, soprattutto, derogare. Perché il punto è proprio questo: fino ad oggi i problemi che il Commissario sta rilevando ci sono sempre stati e credo, stimando chi ci ha amministrati come persone dotate di intelletto, erano ben noti. Ma anziché trovare delle soluzioni si derogava alle regole. Viene da pensare che, con tutte queste deroghe, abbiamo anche corso qualche rischio.
Il risultato è, comunque, che a Montegranaro non c’è più un luogo di incontro per la comunità. Se per placare le coscienze vogliamo incolpare di questo il Commissario Ianieri facciamo pure ma credo che dovremmo, invece, trarre le dovute conclusioni circa quella famosa “diligenza del buon padre di famiglia” che dovrebbe sorreggere ogni scelta amministrativa e che, mi pare, non ci sia stata. Io non metterei mai a rischio la sicurezza della mia famiglia. Speriamo che chi amministrerà Montegranaro in futuro la pensi come me.

Luca Craia

Il progetto sul centro storico di Gismondi-Pirro? Mi pare che non c’è.



Parte svantaggiato Gastone, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, se intende mettere la questione “centro storico” tra i suoi cavalli di battaglia per la campagna elettorale. Lo svantaggio è presto spiegato: mentre i suoi competitor possono parlarne, proporre soluzioni, avanzare progetti potendo contare sul fatto di non averci sostanzialmente mai provato, visto che il governo della città negli ultimi 15 anni è sempre stato in
mano ad una coalizione riconducibile a quella che sostiene Gismondi, nonostante la recente defezione del padre putativo Gianni Basso, proprio per questo motivo i propositi del nostro ultimo ex sindaco soffrono di un deficit di credibilità. In effetti, possiamo affermare con una certa esattezza che l’amministrazione Gismondi (e le due precedenti, guidate dal suddetto Basso alle quali partecipava lo stesso Gismondi) del centro storico non si è occupata. È vero che nell’ultima consiliatura si è restaurato l’ospedale vecchio e sono partite alcune ristrutturazioni legate ad ordinanze di messa in sicurezza, ma sono situazioni contingenti che non appartengono ad alcun progetto politico specifico. Infatti, è proprio questo che a Gismondi è mancato: un progetto sul centro storico, stendendo un velo pietoso sulla questione Unicam.
I contratti di quartiere partono dalla disponibilità di fondi che, altrimenti, sarebbero andati persi. Per questo si è allestito un progetto di massima, raffazzonato e affrettato, che non ha prodotto effetti particolari sulla problematica se non la ristrutturazione dello stabile dell’ex ospedale che però, vista la destinazione d’uso principale come abitazioni popolari, potrebbe costituire più un aggravante del problema che una parte della
soluzione. Case popolari in un quartiere ad alta densità di popolazione straniera rischiano di diventare, come più volte ho denunciato e per il quale motivo ho anche promosso un’importante raccolta di firme, una forma di ghettizzazione che potrebbe affossare anche le ultime speranze di redenzione per il quartiere. E non saranno certo le quattro stanze dedicate al “polo culturale” a controbilanciare una scelta scellerata che porterà un nuovo flusso di immigrati col serio rischio di far diventare il centro storico, anziché il cuore della città, il ghetto degli extracomunitari.
Il portavoce di Gastone Gismondi, l’architetto Simone Pirro, dovrebbe conoscere la questione centro storico piuttosto bene, visto che è stato presidente di quell’associazione che io stesso fondai qualche anno fa proprio per spronare i nostri governanti a progettare soluzioni per questo problema. Eppure pare che stia parlando di cose diverse dalla realtà montegranarese. Wi-fi? Rendere il
centro social? Eventi e manifestazioni? Stiamo forse parlando di Roma? Di Macerata? No. Stiamo parlando di un centro storico che cade a pezzi, di case che rischiano di crollare sui passanti, di un centro storico spopolato dove la metà delle abitazioni sono vuote. Un quartiere dove non passa più nessuno a pulire, dove scarseggia l’illuminazione, dove ignoti forzano le porte e vanno a dormire nelle case disabitate. I problemi del centro storico sono molto più seri della banda larga gratis. Serve un progetto e Pirro dovrebbe saperlo, visto che è stato proprio lui, in veste di presidente di Città Vecchia, a promuovere l’accordo con l’Unicam per un progetto sul centro storico. Progetto di cui si è tanto parlato ma che nessuno ha visto mai, tranne, probabilmente, la squadra di Pirro e Gismondi.
Un progetto, quello dell’Unicam, che pare sia pronto ma che è stato realizzato da studenti e non da professionisti senza concertare le scelte con le associazioni che lavorano da anni sul territorio, senza ascoltare le categorie produttive che vi operano, senza chiedere ai cittadini residenti quali siano le reali problematiche. Un progetto, dicevo, che nessuno conosce ma finanziato con soldi pubblici. Se Gismondi lo ha visto sta utilizzando un bene pubblico per fini personali. Se non l’ha visto sta parlando di aria fritta.
Poi sento parlare di teatro Novelli e sopprimo a stento la rabbia. Due anni fa portai a Gismondi un progetto di restauro del teatro storico, distrutto per far posto all’archivio comunale poi trasferito altrove ma di cui restano interessantissime tracce. Il progetto era finanziato da sponsor, quindi per il Comune era a costo zero. C’era però da rifare il tetto. Mi si disse che non c’erano soldi e si accantonò il tutto. Ora si torna a parlarne ma non si cita il fatto che non si può scindere il restauro del teatro Novelli dal recupero complessivo del municipio. Campagna elettorale. Promesse.
Parliamo di promesse non mantenute. Ne ho una lista infinita che parla di “faremo”, “proveremo”, “non ti preoccupare”. Ne cito uno solo, la scritta “Viva Coppi” incisa sul muro dell’ospedale vecchio che inneggiava al grande campione italiano di ciclismo al quale Gismondi, per motivi affettivi familiari, avrebbe dovuto essere molto più sensibile. Gastone promise di metterla in salvo prima dei lavori di ristrutturazione. La scritta, invece, non c’è più. Sarebbero bastati pochi Euro ma è mancata la volontà di fare le cose. La scritta Viva Coppi è il simbolo dell’approccio che Gismondi ha avuto nel suo mandato di Sindaco col centro storico: promesse, iniziative tampone, mancanza assoluta di un progetto.
Voglio fare uno sforzo e credere che ci sia un cambio di atteggiamento da parte dell’ex sindaco ma faccio fatica. Anche perché quello che leggo non è affatto rassicurante e denota da parte sia del candidato primo cittadino che del suo consulente in materia una totale mancanza di conoscenza del problema, una grande approssimazione nell’individuazione degli obiettivi, un preoccupante pressapochismo nella visione d’insieme. Il progetto, eccetto quello dell’Unicam che mi lascia quantomeno perplesso, non c’è. La volontà politica non c’è stata in passato e chissà se ci sarà in futuro. Per ora mi pare di vedere solo il tentativo di cavalcare una questione nodale per raccogliere voti. Ma il centro storico di Montegranaro non può permettersi altri cinque anni di stasi come quelli trascorsi.

Luca Craia

venerdì 17 gennaio 2014

Cosa c’entra il Duce coi Marò?



Siamo alle solite. In Italia massacriamo tutto perché dobbiamo per forza marchiare politicamente qualsiasi cosa, sfasciandoli, ridicolizzandola, annichilendola. Prendiamo ad esempio la protesta dei cosiddetti Forconi: legittima, condivisibile in linea di principio, si è infranta contro gli scogli delle faziosità, con i soliti fascisti che si infiltrano dappertutto (a questo punto viene da chiedersi “mandati da chi?”) e la politicizzazione più bieca di un moto spontaneo che spontaneo non è più proprio per questo. Che dire del dissenso verso la Kyenge? Se non sei fascista non puoi dire che osteggi la politica del ministro perché verresti immediatamente etichettato.
Solo che, nel caso dei Marò, ci vanno di mezzo due vite umane. Vanno bene gli appelli, vanno bene le mobilitazioni, le proteste, le manifestazioni, ma come al solito ci sono i soliti fascisti che mettono il timbro e creano imbarazzo in chi fascista non è. La mobilitazione popolare per chiedere la liberazione dei marò non può essere etichettata come iniziativa di destra, men che mai come fascista. Eppure eccoli là, vuoi per pochezza intellettuale, vuoi per calcolo, stanno prendendo possesso anche di questa situazione e, sicuramente, ne sbricioleranno l’impatto marchiandola come fascista. E a pagarne le spese saranno i due militari italiani.

Luca Craia

La musica per l’Arte. Concerto di Lorenzo Antinori a Montegranaro



Per noi di Arkeo è importante il concerto che abbiamo organizzato per domenica 19 nella chiesa di San Francesco. Lo è perché crediamo nella forza delle iniziative culturali che, anche se non richiamano grandi masse, comunque arricchiscono chi possiede la sensibilità per frequentarle e certamente svolgono un compito sociale importantissimo. Lo è anche perché è un’occasione per sentir suonare quel bello strumento che è l’organo di Vincenzo Paci custodito in Pievania. Lo è perché ci darà modo di raccogliere qualche fondo per portare avanti i restauri che stiamo mettendo in cantiere, primo fra tutti quello della via Crucis di SS.Filippo e Giacomo (saremo discreti: ci sarà un cesto in fondo alla chiesa e chi vorrà potrà donare quanto desidera). Infine è un’occasione per incontrare di nuovo un giovane vecchio amico, Lorenzo Antinori, grande talento musicale che torna a Montegranaro dopo lo splendido concerto tenuto lo scorso aprile in San Pietro con il trio Il Giardino Barocco in occasione della Settima Colta. Antinori è giovane ma è già nel pieno di una carriera che lo sta consacrando come talentuosissimo musicista e fine musicologo. Ascoltarlo suonare il nostro organo sarà un piacere. L’appuntamento è per domenica 19 gennaio, alle ore 16.00, nella chiesa di San Francesco in piazza Mazzini a Montegranaro. Vi aspettiamo.

Luca Craia

giovedì 16 gennaio 2014

I Racconti della Marca Bassa - Mariopanza



Quando Mario si presentò la prima volta in classe tutti gli altri bambini capirono immediatamente che era diverso da loro. Lo capirono più che altro dal colore del grembiule che, invece che essere nero come quello che tutti loro portavano, era azzurro. Mario veniva da un paese della provincia, ma molto più a sud, e lì aveva fatto le elementari fino alla quarta. Poi i suoi si erano trasferiti e lui ora si ritrovava addosso gli sguardi incuriositi e divertiti di una ventina di sconosciuti. Il fatto che provenisse da un paese del sud del Piceno era il secondo fattore di differenza: l’accento era chiaramente dissimile a quello degli altri. A quell’epoca la difformità di cadenza si notava molto più di adesso: ora siamo tutti cosmopoliti, mischiati, e puoi sentire da un orecchio qualcuno parlare romanesco e dall’altro uno che parla cinese pur stando nel cuore delle Marche. Allora invece i paesini erano ben chiusi su se stessi e quando arrivava uno di fuori – e per fuori intendo tutto quello più lontano di un raggio di cinquanta chilometri - lo sgamavi alla prima parola. Il terzo fattore di differenziazione tra Mario e i suoi nuovi compagni era il suo enorme stomaco. Nessuno sapeva allora che si trattava di una malattia molto grave che da lì a qualche anno lo avrebbe ucciso. Era solo un elemento fisico notevole, ridicolo ai loro occhi e, con la sublime cattiveria di cui soltanto i bambini sono capaci, lo chiamarono già dalla ricreazione “Mariopanza”.
            Mariopanza era timido e riservato, non intelligentissimo, buono di cuore ma diffidente verso il prossimo, forse perché il prossimo raramente si dimostrava ben disposto verso di lui. Così si isolò e non fece amicizia con nessuno della sua nuova classe. Passavano i mesi ed era sempre più solo. Si innamorò alla follia di Miriana, la ragazza più carina, che era anche il capo (la capa) delle femmine e che aveva un caratterino che te la raccomando. Vuoi per la sua innata timidezza vuoi perché lei non era certo facile da avvicinare per un introverso cronico come lui, Mariopanza esprimeva il suo amore con l’adorazione estatica e statica. Passava il suo tempo a guardarla. In quanto a parlarle nemmeno ci pensava.
            Capitò che un giorno, a ricreazione, scoppiò una lite per motivi ancora incomprensibili – ma a quell’età, si sa, le liti sono quasi sempre incomprensibili, e non solo a quell’età - tra un bambino della classe di cui stiamo raccontando e un altro di una classe attigua, sempre quarta elementare. La lite si estese tra i compagni dell’uno e dell’altro e la rissa fu evitata solo dal suono della campanella che rimandava tutti in aula. Ma non era finita lì. Alla fine della scuola un gruppo di bambini dell’altra classe si mise ad attendere fuori dal portone quelli della classe di Mariopanza. La rissa, evitata a ricreazione, scoppio con tutto il suo furore alle 12,30. E furono botte da orbi e insulti. Tutto regolare insomma. Finchè Antonella, l’omologa di Miriana nell’altra classe, capa capessa di tutte le femmine e un po’ anche dei maschi, decise che, per rinforzare la sua figura di condottiera suprema in battaglia, avrebbe dovuto tagliare la testa al nemico abbattendone il comando. Armata di un ombrellino rosso vivo, alzandolo sopra la testa con fare minaccioso, si avventò verso Miriana decisa, forse, a romperglielo in testa.
            Mariopanza, come sempre, stava di lato, non partecipava. Osservava la scena con quei suoi occhioni tristi e vigilava attento sull’incolumità dell’amato bene. Si accorse subito delle intenzioni della capessa avversaria e, per la prima volta nella sua carriera di compagno di scuola e innamorato segreto della suddetta, intervenne. Lo fece con impeto, decisione e anche un po’ di incoscienza. Si lanciò contro la ragazza armata di ombrello, glielo prese con uno strattone secco facendola precipitare all’indietro e fece a lei quelle che lei voleva fare all’altra: glielo ruppe in testa. L’ombrello era di poco valore, leggerino, si accartocciò prendendo la forma del cranio della povera bambina ma quest’ultima non ebbe gravi conseguenze: fu più ferita nell’orgoglio che sul capo. Tutti videro la scena e ogni tafferuglio si fermò all’istante. Quando ci si rese conto che Antonella non s’era fatta (quasi) niente scoppiò una fragorosa risata collettiva. La rissa fu immediatamente accantonata e fu pace immediata e duratura. Qualcuno soccorse la bimba ombrellata, i più si scompisciavano dalle risate e molti presero a dar pacche sulle spalle a Mariopanza, complimentandosi con lui per il gesto eroico. Miriana gli diede un bacio sulla guancia. Il giorno dopo Mariopanza tornò a sedersi al suo posto, non parlò con nessuno e nessuno parlò con lui. Nei secoli dei secoli.

Il nuovo che avanza tratta volentieri coi delinquenti.



Non si tratta con i delinquenti, soprattutto a livello istituzionale. Berlusconi è stato condannato in via definitiva, è quindi un delinquente conclamato e, in quanto tale, non può essere interlocutore istituzionale per stabilire il futuro dell’Italia. Non è una questione di democrazia: se un certo numero di Italiani ancora indica come proprio leader un criminale vuole soltanto dire che quel certo numero di Italiani considera condivisibili le azioni criminali da lui commesse. Non si tratta con il boss della camorra perché quando viene arrestato ci sono metà degli abitanti dei quartieri spagnoli in rivolta contro la polizia. 
I delinquenti debbono scontare la loro pena e, nel caso specifico, la pena prevede anche l’interdizione dai pubblici uffici.  Lo stesso portavoce di Berlusconi, Denis Verdini, col quale Renzi parla per poter essere ricevuto dal capo supremo della banda Forza Italia, ha già ottenutoun rinvio a giudizio e risulta ancora indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta e finanziamento illecito ai partiti. Insomma, Renzi tratta volentieri con i criminali o con i presunti tali. E lo fa per questioni importanti come la legge elettorale. Questo sarebbe il nuovo che avanza. Andiamo bene.trattare con Berlusconi, contravviene alle disposizioni del giudice, perché va a stabilire una questione vitale per il Paese con un delinquente, uno che è stato condannato a non potersi più occupare nemmeno di un comune di 50 persone, figuriamoci di tutta l’Italia.
Luca Craia

mercoledì 15 gennaio 2014

In attesa della venuta dei Fantastici Quattro



Era da un po’ che non avevo notizie dal gruppo dei “dissidenti” e quasi mi stavo preoccupando. Mi mancavano in particolare le esternazioni del portavoce dei Fantastici Quattro, sempre così puntuali e precise. E stamattina, sorpresa delle sorprese, meraviglia delle meraviglie, eccolo qua, l’amico Mirko Giacobbi, come sempre a parlare sul giornale per tutti e quattro (cinque, contando anche Basso? Secondo Giacobbi, questi ha da fare altro in questo periodo. Ma mai dire mai) e a rendicontarci circa il fatto che non stanno certo con le mani in mano, loro, anche se così parrebbe. 
Stanno lavorando sulle priorità cittadine e, una volta stabilito quali siano, taneranno tutti gli altri che, nel frattempo, si arrabattano in incontri pubblici, comunicati, iniziative di vario genere. Del resto capire cosa sia necessario per Montegranaro potrebbe sembrare lapalissiano ma, viste le dichiarazioni ultime di alcuni personaggi impegnati in campagna elettorale, le priorità di Montegranaro tutto sono meno che evidenti. Almeno per loro. Così fanno bene Giacobbi e i suoi sodali a rifletterci su ancora un po’. Hai visto mai che venga loro qualche buona illuminazione?

Non perde l’occasione, l’ex assessore ai lavori pubblici della giunta Gismondi, per sparare ancora qualche buona bordata all’amico ex sindaco, nella migliore tradizione dei fratelli coltelli. Lo accusa, non senza ragioni, del fallimento del suo governo sulla città. Peccato che, a questo fallimento, nonostante tutto l’impegno che i Quattro Dellavemaria ci stanno mettendo per farcelo dimenticare, hanno contribuito anche loro, e non poco.
È possibilista, Giacobbi, circa la confluenza in altre liste piuttosto che farne una che vinca, sì, ma con una “maggioranza risicata”. Anche se, va detto, ammesso che con quattro liste in lizza si potrà vincere con pochissimi voti e si sarebbe, in questo caso, maggioranza di governo e minoranza nella città, con la legge elettorale in vigore chi vince la maggioranza ce l’ha. Punto. Ma il ragionamento fila ed è responsabile: invece di fare tante liste si potrebbe trovare una convergenza e unirsi. Ma mi pongo una domanda: dopo il cosiddetto tradimento, chi vuoi che si fidi di Bruto e dei congiurati?
Fa bene Basso, alla fine, a starsene a casetta sua a scrivere libri e a elucubrare teorie spaziali. Ma se Montegranaro avrà bisogno di lui, vedrai che tornerà.

Luca Craia

Si giocherà sul campo da basket la campagna elettorale 2014?



Con le affermazioni dell’ex sindaco Gismondi e dell’ex assessore allo sport La Porta dei giorni scorsi, che hanno dichiarato la loro totale dedizione alla questione economica della Sutor tanto da lasciare intendere piuttosto chiaramente che, fossero stati ancora al governo della città, avrebbero senz’altro fatto in modo che anche la cosa pubblica avrebbe concorso a risolvere il problema, naturalmente coi soldi della collettività come è stato sempre fatto negli ultimi anni, sappiamo che, vincessero di nuovo le elezioni, una parte del bilancio comunale sarebbe destinato a questo capitolo di spesa con buona pace di chi alla partita non ci va e di chi ha ben altri problemi.
Ora, a chiarirci che, anche votando diversamente, la faccenda cambierebbe poco ci pensa la coordinatrice di Centro Democratico Francesca Testella che critica addirittura La Porta per aver fatto poco o niente per la Sutor nel periodo in cui è stato amministratore. Ricordiamo che l’amministrazione Gismondi ha stanziato circa 35.000 Euro l’anno per sostenere economicamente la squadra di basket cittadina. A quanto pare alla Testella la cifra sembra esigua e dichiara che, vincesse le elezioni il candidato del loro schieramento (Lista Stranamore per capirsi), sarà cura della prossima amministrazione comunale occuparsi in maniera più cospicua dei problemi economici della società sportiva. Sempre con i soldi di tutti.
Buon a sapersi.



Luca Craia